Cavalleria Cristiana

"È autentica Cavalleria Cristiana quella dei Cavalieri Erranti, nel duplice senso di andare ed errare, simili ai saggi e giusti di Dio, i quali si ritirano di tanto in tanto nella fortezza della Tradizione Interiore per dare la scalata alle vette dello Spirito" Primo Siena

domenica 7 agosto 2016

La denuncia di Bagnasco: “Si vuole un ordine mondiale senza Dio”








Anche oggi i cristiani sono martiri. Lo sono nelle forme sanguinose che vengono sperimentate. Ma lo sono anche in altre forme, “raffinate, ma non meno crudeli, legalizzate ma non meno ingiuste”. È la denuncia del Cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova. Che, nella festa di San Lorenzo, cui è dedicato il Duomo di Genova, punta il dito contro l’Europa che “considera il cristianesimo divisivo”, e in un mondo che “in nome di valori come l’uguaglianza, la tolleranza e i diritti” pretende “di emarginare il cristianesimo” e di creare “un ordine mondiale senza Dio”.
Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana muove il suo ragionamento proprio dalla vita del martire Lorenzo. Lorenzo fu ucciso dall’imperatore Valeriano nel III secolo, eppure – osserva il Cardinale – “se osserviamo il mondo, di Valeriani ne troviamo moltitudini”.
“La persecuzione – argomenta – oggi ha assunto molte forme: mentre continuano quelle classiche, che conosciamo da una storia che si credeva lontana, oggi si aggiungono forme raffinate, ma non meno crudeli, legalizzate, ma non meno ingiuste”. Formule di cui l’Occidente “è esperto, malato come è delle proprie fallimentari ideologie”. E l’Europa, “il continente dei diritti”, sempre più “discrimina il cristianesimo, dimenticando che la razza umana è una razza religiosa”.
Per il Cardinale Bagnasco è evidente che la religione fa paura. Faceva paura all’imperatore Valeriano, fa paura alla classe politica. Ma “i vari imperatori del mondo possono spogliare la Chiesa da ogni risorsa, screditarla in ogni modo, ridurla a impotenza nel fare le opere del Vangelo, ma nessuno potrà toglierle il Vangelo, la gioia del suo Signore”.
Sottolinea il Cardinale: come Valeriano “illuso della sua potenza” fu sconfitto da “un uomo inerme”, “nessun potente della terra potrà possedere per sempre il cuore dell’uomo attraverso la propaganda delle menzogne, con promesse truccate, democrazie apparenti”. Certo, la coscienza “può rimanere stordita per molto tempo”, ma prima o poi “succede qualcosa che la risveglia e la rigenera”.
“Nessuno si illuda, il cristianesimo potrà essere ridotto in visibile minoranza, ma non potrà mai essere cancellato”, esclama l’arcivescovo di Genova. Che vede in questa “marginalizzazione del cristianesimo” dalla sfera pubblica il tentativo di “creare un ordine mondiale senza Dio, dove le diversità da una parte vengono esaltate e da un’altra vengono schiacciate”.
Vale per tutti, Europa e mondo. Ma è evidente che il Cardinale Bagnasco pensa all’Europa quando spiega che “la volontà prepotente di omologare, di voler condizionare le visioni profonde della vita e dei comportamenti, il sistematico azzeramento delle identità culturali, assomigliano non ad un cammino verso una Unione Europea armonica e solidale, certamente necessaria, ma piuttosto verso una dannosa rifondazione continentale che i popoli sentono pesante e arrogante, dove il cristianesimo viene considerato divisivo perché non si prostra agli imperatori di turno”.
Il giudizio del Cardinale Bagnasco è netto: “La storia attesta che quando i potenti si concentrano sulla propria sopravvivenza per ragioni per ambizioni personali, è l’ora della decadenza”. Perché emarginare il cristianesimo dalla sfera pubblica “è segno non di intelligenza, ma di paura; è non comprendere, offuscati dai pregiudizi, che la società non può che averne del bene”. In fondo, nota il presidente della CEI, è “la luce del Vangelo, e non le inaffidabili maggioranze” ad aver creato “la civiltà europea e il suo umanesimo”.
Di fronte a un continente che balbetta, il Cardinale si domanda se “una laicità che diventa laicismo” e “ottusa” possa portare da qualche parte, e si chiede quali siano i valori di cui si parla tanto. Nel giorno del martire Lorenzo, la preghiera di Bagnasco è un grido di speranza: “Il Signore ci aiuti a tornare saggi, di quella saggezza che non ha paura di Dio”. Perché “la crisi del mondo è innanzitutto una crisi spirituale”. Ma questo va compreso. “Dobbiamo tornare a pensare con la nostra testa!”, esclama il Cardinale.



Il miracolo di Hiroshima

I gesuiti sono sopravvissuti alla bomba atomica grazie al Rosario.


70 anni fa, Hiroshima (Giappone) è stata colpita dalla bomba atomica in uno degli episodi più drammatici nella storia dell'umanità. Il 6 agosto 1945, festa della Trasfigurazione, molto vicino al luogo in cui cadde la bomba Little Boy, quattro sacerdoti gesuiti tedeschi sono sopravvissuti alla catastrofe, e le radiazioni – che hanno ucciso migliaia di persone nei mesi successivi – non hanno avuto alcun effetto su di loro.
Questa storia, documentata da storici e medici, è nota come “il Miracolo di Hiroshima”.
I gesuiti Hugo Lassalle, superiore in Giappone, Hubert Schiffer, Wilhelm Kleinsorge e Hubert Cieslik si trovavano nella casa parrocchiale della chiesa gesuita di Nostra Signora dell'Assunzione, uno dei pochi edifici che hanno resistito alla bomba. Al momento dell'esplosione, uno dei gesuiti stava celebrando l'Eucaristia, un altro stava facendo colazione e gli altri erano nei pressi della parrocchia.
In base a quanto ha scritto padre Hubert Cieslik, hanno riportato solo ferite di poco conto a causa dei vetri rotti, ma nessun effetto delle radiazioni né perdita dell'udito o qualsiasi altro danno.
I medici che hanno assistito i gesuiti alcuni giorni dopo l'esplosione li hanno avvertiti che le radiazioni avrebbero potuto provocare loro gravi lesioni, nonché malattie e morte prematura, ma questa diagnosi non si è mai realizzata.
Non hanno sviluppato alcun disturbo, e nel 1976, 31 anni dopo l'esplosione della bomba, padre Schiffer si è recato al Congresso Eucaristico a Philadelphia, ha raccontato la sua storia e ha detto che tutti e quattro i gesuiti erano ancora vivi e non avevano alcuna malattia.
I sacerdoti sono stati esaminati da decine di medici circa 200 volte negli anni successivi, e sul loro corpo non è mai stata rinvenuta alcuna conseguenza delle radiazioni.
I quattro religiosi non hanno mai dubitato del fatto di aver goduto della protezione divina, e in particolare della Madonna: “Crediamo di essere sopravvissuti perché stavamo vivendo il Messaggio di Fatima. Vivevamo e recitavamo il Rosario quotidianamente in quella casa”, hanno spiegato.
Padre Schiffer ha scritto “Il Rosario di Hiroshima”, un libro in cui racconta tutto ciò che ha vissuto.
In occasione dei 70 anni dell'esplosione della bomba atomica a Hiroshima, il vescovo di Niigata e Presidente di Caritas Asia, monsignor Tarcisius Isao Kikuchi, ha diffuso un messaggio in cui sottolinea che il Giappone può contribuire alla pace “non con nuove armi, ma con le sue attività di nobiltà e grande storia nella crescita mondiale, in particolare nei cosiddetti Paesi in via di sviluppo”.
Il presule ha aggiunto che “con questo contributo allo sviluppo, che porta al pieno rispetto e alla realizzazione della dignità umana, sarebbe molto apprezzato e rispettato dalla comunità internazionale”. Ogni anno, tra il 5 e il 15 agosto, il Paese celebra una Preghiera per la Pace.
A Hiroshima e Nagasaki (l'altra città sulla quale è stata sganciata la bomba atomica) sono morte circa 246.000 persone, la metà delle quali al momento dell'impatto e il resto qualche settimana dopo per gli effetti delle radiazioni.
La bomba di Hiroshima ha coinciso con la solennità della Trasfigurazione del Signore, e la resa del Giappone è avvenuta il 15 agosto, solennità dell'Assunzione della Vergine Maria.

[Fonte: http://it.aleteia.org/2015/08/07/il-miracolo-di-hiroshima/]



 

giovedì 4 agosto 2016

Le leggi di Francia non riconoscono piú il Creatore

Francia, chiesa sgomberata da polizia

Sacerdoti trascinati di peso dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Nella Francia del sangue sparso sull’altare di Saint-Etienne-du Rouvray, a Rouen, capita anche questo.

A pochi giorni dall’efferata esecuzione di padre Jacques, sgozzato dentro la sua chiesa da due terroristi, Parigi sgombera senza troppe smancerie una trentina di persone accorse per salvare dalla demolizione la chiesa di Santa Rita, ex edificio sacro dove la pratica religiosa non è mai stata abbandonata.
A rue François Bonvin, nel 15 ° arrondissement parigino, la celebrazione della messa viene interrotta dall’irruzione degli agenti. Un gruppo di sacerdoti, spalleggiati da un drappello di fedeli, cerca di resistere senza nessun risultato se non quello di esser trascinati via come corpi morti, coi talari che sfregano sul pavimento, davanti agli occhi increduli dei presenti.

Il caso della “chiesa occupata” nasce 15 anni fa, quando Les Chapelles Catholiques et Apostoliques, associazione belga titolare dell’immobile, mette in vendita le mura. L’autorizzazione alla cessione della proprietà arriva nel 2010, anno in cui il Tar francese dà il via libera all’alienazione del locale stabilendo l’inesistenza di ostacoli di natura artistica o urbanistica.

Dopo tre anni si affaccia l’immobiliare Garibaldi che acquista lo stabile di 720 mq e, con esso, la proprietà di Santa Rita alla cifra di tre milioni di euro. Oggi la società è determinata a completare il suo progetto. Santa Rita verrà rasa al suolo e sulle sue rovine sorgerà una distesa d’asfalto destinata a diventare un’area di parcheggio.
Proprio così: una colata di cemento nero seppellirà un luogo che – prima ancora d’esser “casa” spirituale per molti fedeli – è quel “simbolo dell’identità cristiana ed europea” attraverso cui, secondo Gian Micalessin, passa “la conquista di Roma” minacciata da Daesh.
Le sequenze del “rastrellamento” di Santa Rita sembrano estratte da un video delle bandiere nere, tanto che arriva la scomunica della leader del Front National. “E se facessimo dei parcheggi sul luogo delle moschee salafite piuttosto che distruggere le nostre chiese?”, domanda Marine Le Pen. Alla numero uno del Front National fa eco la nipote Marion, punto di riferimento della cordata conservatrice del Fn. “Prete trascinato da terra, chierichetti arrestati… il governo pronto a tutto per evacuare e radere al suolo la chiesa di Santa Rita mentre non fa nulla contro le moschee salafite” twitta la più giovane dei Le Pen.

La Police Nationale minimizza. “Trenta persone hanno cercato di opporsi allo sgombero. La loro evacuazione – si legge in un comunicato – è stata completata senza incidenti”. Eppure, le immagini choc continuano a rimbalzare nel cyberspazio da stamattina. Tanto che Alessandro Monteduro, direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre, al telefono con Gli Occhi della Guerra, si domanda: “È Parigi o Mosul?”. “Immagini simili – racconta Monteduro – si vedono quotidianamente nelle roccaforti del Califfato, in Cina o in Corea del Nord”.
Eppure, chi osserva attentamente le dinamiche d’Oltralpe sa perfettamente che l’episodio di questa mattina è solo l’ultimo pezzetto di un puzzle che, spiega il direttore di ACS Italia, racconta “l’inesorabile processo di decristianizzazione dell’Europa”. Un processo che, secondo Monteduro, parte proprio dalla Francia assediata – non a caso – dal terrorismo internazionale. Nella lunga lista di “episodi Mosul” elencati da Monteduro, c’è anche l’affissione della Carta della laicità, all’inizio dell’anno scolastico 2012-2013. Il testo, diramato in tutte le scuole di Francia, bandisce dalle classi transalpine i simboli di tutte le religioni. Secondo il direttore di ACS, così facendo si “allontana il sacro dalla sfera pubblica per abbandonarlo alle distorsioni del fondamentalismo”.

Fonte: http://www.occhidellaguerra.it/francia-chiesa-sgomberata-da-polizia/

Da "I sogni di Don Bosco"

"Le leggi di Francia non riconoscono piú il Creatore, ma il Creatore si farà conoscere e la visiterà per tre volte con la verga del suo furore. La prima volta, Egli abbatterà la sua superbia con le sconfitte, con il saccheggio e con la strage dei raccolti, degli animali e degli uomini. La seconda volta, la grande prostituta di Babilonia, quella che i buoni chiamano il "Postribolo d'Europa", sarà privata del capo, in preda a disordini! Parigi… Parigi! Invece di armarti nel nome del Signore, tu ti circondi di case di immoralità! Ma esse saranno distrutte da te stessa! L'idolo tuo, il Panteon, sarà incenerito, affinché si avveri che mentita est iniquitas sibi (l'iniquità ha mentito a sé stessa). I tuoi nemici ti metteranno nelle angustie, nella fame, nello spavento e nell'abominio delle nazioni. Ma guai a te se non riconoscerai la mano di chi ti percuote! Io voglio punire l'immoralità, l'abbandono, il disprezzo della mia legge! La terza volta, tu cadrai in mano straniera: i tuoi nemici vedranno da lontano i tuoi palazzi in fiamme, le tue abitazioni divenute un mucchio di rovine, bagnate dal sangue dei tuoi prodi che non sono piú! Ma ecco un gran guerriero dal Nord che tiene, nella sua mano destra, uno stendardo sul quale è scritto: "Irresistibile mano del Signore!". 
In quell'istante il venerabile Vegliardo del Lazio gli andò incontro, sventolando una fiaccola ardentissima. Allora, lo stendardo si dilatò, e di nero che era divenne bianco come la neve. Nel mezzo dello stendardo, in lettere d'oro, stava scritto il nome di COLUI che tutto può! Il guerriero e i suoi si inchinarono, profondamente, davanti al Vegliardo, e si strinsero le mani. "