Cavalleria Cristiana

"È autentica Cavalleria Cristiana quella dei Cavalieri Erranti, nel duplice senso di andare ed errare, simili ai saggi e giusti di Dio, i quali si ritirano di tanto in tanto nella fortezza della Tradizione Interiore per dare la scalata alle vette dello Spirito" Primo Siena

sabato 27 dicembre 2014

UNA STORIA DI DUE PAPI E LE PROFEZIE DI SAN MALACHIA

Questa settimana la Chiesa cattolica celebra il suo secondo natale con due papi. Avrà un significato più profondo di quello che sembra? Sarà forse l’indizio di una rivelazione “in pieno giorno” che il Vaticano sta svelando a “chi ha occhi per vedere e orecchie per sentire”?

La Chiesa Cattolica è l’istituzione cristiana più importante del mondo. Ha attraversato profondi cambiamenti per allinearsi ai “segni” dei tempi che corrono.



La chiave per comprendere il successo dei suoi più di due millenni di esistenza la si trova nel suo stesso nome: la Chiesa è “Apostolica” (si basa sulla vita e le opere dei discepoli di Gesù Cristo); è “Cattolica” (dal greco καθολικός che significa universale; oggi diremmo "globale"); e infine, è “Romana” (geografica, culturale e geopolitica).
Nonostante le centinaia di migliaia di cristiani che furono martirizzati dagli imperatori romani, anzi la Chiesa deve molto a Roma. Non solo situò la sua sede centrale nel cuore della Città Eterna, ma adottò addirittura la sua lingua secolare –il latino- rendendolo una lingua sacra; assorbì gran parte della struttura giuridica e amministrativa romana, e adottò molti dei suoi simboli, concetti e stili.
Quindi, il “Pontefice” –costruttore di ponti- ha la chiave per la salvezza eterna, e la  nascita di Cristo stesso viene festeggiata il 25 dicembre così come Roma celebra Mitra, dio iraniano importato dai Legionari Romani quando tornarono dai lontani confini orientali dell’Impero. Anche la Croce –simbolo del Martirio- era un artefatto creato dai romani.
Indipendentemente dall’opinione e dalla fede di ognuno, la verità è che la Chiesa ha resistito bene nel tempo. Certamente oggi la si vede un po’ stanca, deteriorata e grigia, ma è ancora l’istituzione più antica dell’ Occidente, con duemila anni di continuità, che fissò la sua sede a Roma. In realtà è molto tempo.
Ci sarà una durata massima della vita per le istituzioni collettive da misurarsi in periodi molto lunghi, che noi non riusciamo a comprendere dato che le nostre brevi vite ci obbligano a pensare in tempi molto più corti?

Tempo, tempo e tempo
Le sottili leggi che governano il corso dei millenni sono sicuramente diverse dal nostro concetto moderno, materialista e miope del tempo. Infatti, nell’antichità esistevano tre concetti per affrontare il tempo: “Cronos”, che descriveva un tempo profano e lineare; “Kairos”, che rappresentava i momenti salienti della vita quando Dio o gli dei manifestavano il loro piano divino agli uomini: potremmo chiamarli “tappe cosmiche”; e “Aion”, dal dio romano dei periodi molto estesi di tempo ciclico, da dove deriva il termine moderno “eon”.
La storia della Chiesa sembra dirci che Cronos  risiede dentro Kairos, che sono tappe cariche di significato che ci aiutano nella comprensione del “profetico” (“Il mio” Kairos non è ancora arrivato rispose Gesù a sua madre in merito ai Matrimoni di Cana…). A loro volta, entrambi sono situati all’interno di Aion, il ciclico “tempo delle età” dove cambiamenti sottili, lenti e a lungo termine, sorgono e decadono nella psiche collettiva degli uomini.
Nell’oscura e acuta crisi che il mondo moderno sta vivendo, ci sarà qualcuno così illuminato nella stessa Chiesa che ha compreso questi complessi meccanismi, e gli stà permettendo di manifestarsi come vuole la loro misteriosa natura?
L'anno scorso il papato ha attraversato una svolta –un Kairos- senza precedenti, quando il papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) abdicò per essere rimpiazzato un mese dopo dall’attuale papa Francesco (Jorge Bergoglio).
Questa svolta insolita nell’ordine successorio e ordinato al trono di San Pietro, in base al quale i nuovi Papi ascendono sempre dopo la morte del predecessore, sarà dovuta solo al fatto che Benedetto si sentiva troppo vecchio, stanco e debole per continuare nello svolgimento delle sue funzioni mondane e spirituali?

Pietro e Paolo: fondatori della Chiesa
San Pietro (Simone Pietro in latino; Petrus, la pietra) morì intorno all’anno 64 d.C. crocifisso dall’imperatore Nerone Augusto Cesare. Fu uno dei dodici discepoli originali ordinati da Gesù Cristo del quale Gesù disse che sarebbe “la Pietra della mia Chiesa” (Matteo 16:18), e che la Chiesa considera come il suo primo Papa.  La tradizione dice che Pietro fu crocifisso dove oggi sorge la Cappella Clementina e che le sue ossa riposano sotto la Basilica di San Pietro.
San Paolo è un caso diverso. Il suo nome ebreo era Saulo; era più giovane di Pietro e non faceva parte dei dodici apostoli diretti da Gesù. In realtà Saulo cominciò a seguire i discepoli di Gesù a Gerusalemme, finché un giorno mentre si dirigeva a Damasco gli apparse il Cristo risorto come una potente luce che lo accecò. Dopo tre giorni recuperò la vista, e “avendo visto la Luce”, si convertì, cambiò il nome in Paolo e cominciò a predicare che Gesù di Nazareth era il Messia ed il Figlio di Dio.
Paolo fu un intellettuale prolifico e brillante, quattordici dei ventisette libri del Nuovo testamento sono per tradizione attribuiti a lui. Le sue Epistole costituiscono la spina dorsale della teologia, la fede e il rito cristiano, non solo per il cattolicesimo ma anche per gli ortodossi ed i protestanti.
Paolo predicò soprattutto ai pagani e spesso era conosciuto come “l’Apostolo dei Gentili”, mentre Pietro rimase attaccato agli ebrei convertiti alla nuova Fede, nonostante le grandi persecuzioni.
Potremmo dire che il leale Pietro è il cuore della Chiesa –la stessa pietra sulla quale fu eretta e continua in piedi ancor’oggi a Roma -; mentre il brillante Paolo fu il “cervello” della Chiesa, forgiando il Dogma che si è mantenuto fino ai nostri giorni (o quasi, dopo il Concilio Vaticano II).
Nel complesso, possiamo dire che Pietro e Paolo fondarono insieme e in modo magistrale la struttura attuale, temporale e spirituale della Chiesa Cattolica Apostolica e Romana. Non c’è da stupirsi allora che il calendario dei santi li celebri entrambi il 29 di giugno, Festa della solennità di San Pietro e San Paolo.
Diamo un’occhiata alla Chiesa dei nostri giorni.
È forse possibile che stiamo oggi presenziando un riflesso contemporaneo di quei due magnifici fondatori della Chiesa Romana –Pietro e Paolo- che vissero insieme, lavorarono insieme e quasi morirono insieme con i due pontefici che anche oggi vivono e lavorano insieme (e probabilmente muoiano insieme) a Roma, Francesco (il “Vero” Papa) e Benedetto XVI (il Papa “emerito” ritirato)?

La lista di San Malachia
Malachia era un santo irlandese del XI secolo, arcivescovo di Armagh, e primo figlio di Irlanda ad essere canonizzato. Ad oggi, però, Malachia è ricordato maggiormente per la visione apocalittica che ebbe mentre viaggiava verso Roma e che si affrettò ad annotare, nella quale “vide” i 112 papi che avrebbero regnato dopo il suo tempo e fino al Giorno del Giudizio e alla seconda venuta di Gesù Cristo.
Quella famosa “Lista di Malachia” venne dimenticata per quattro secoli, fino a che il monaco benedettino Arnold de Wyon la scoprì e la pubblicò nell’ anno 1590, chiamandola “Profezia della fine dei tempi”. Molti ricercatori, tuttavia, la considerano un falso del XVI secolo.
Potrebbe essere così …  Ma c’è qualcosa di molto strano nel modo in cui le 112 frasi oscure in latino che Malachia assegnò ad ognuno  dei 112 papi a cominciare da papa Clemente II, si sono poi rivelate plausibili –sia in maniera sottile che portentosa- nei successivi vescovi che sono ascesi al trono di San Pietro lungo i secoli.
Se si trattò di un falso, è stato certamente ordito in modo molto ispirato! O come dicono gli italiani, se non è vero è ben Trovato.
A questo si aggiunge un altro fattore insolito: il tempo. Dal tempo in cui Malachia scrisse la sua Lista visionaria, abbiamo visto alcuni Papi regnare per lunghi anni come Pio IX e Giovanni Paolo II (rispettivamente, 31 e 26 anni), mentre altri regnarono per periodi tristemente brevi, come i 33 giorni di Giovanni Paolo I.
Di fronte a tali enormi variazioni nella durata dei papi successivi, l'intera lista di Malachia avrebbe potuto sviarsi per secoli interi, finendo troppo presto (secoli fa), o essere trascorsa troppo lentamente (avendo ancora secoli davanti a sé); ma tuttavia ...
Qui siamo nell'anno del Signore 2014, e stiamo presenziando l’ultimo papa sul trono di San Pietro della lista di Malachia, un uomo che ha appena compiuto 78 anni, del quale non dovremmo aspettarci che viva molte decadi ...
Quindi non dovremmo prendere troppo alla leggera il messaggio del vecchio San Malachia, nonostante la sua insolita lista sia stata deformata e banalizzata da coloro che si attribuiscono al "New Age" o "Zeitgeist". Dopo tutto, non dimentichiamo che nella sua Irlanda nativa, Malachia era arcivescovo del villaggio di Armagh, che ha chiari echi di Armageddon ... Spesso, Dio scrive verità diritte con righe storte...

Dove andremmo a finire da qui?
Potrebbe forse essersi attivato qualche sottile fattore psicologico/collettivo riguardo a ciò? Quello che molti oggi sentono come la vicinanza dell’ "apocalittica fine dei tempi " sarà forse il riflesso di qualche archetipo collettivo finora dormiente? Forse quello di cui parlava e indagava così profondamente lo psicoanalista svizzero Carl G. Jung nel secolo scorso?
Tuttavia, in tutto questo potrebbe anche esserci una forte componente di profezia auto-compiuta.
Nel 1935, il drammaturgo inglese T.S. Eliot scrisse una commedia intitolata "Assassinio nella cattedrale", che racconta l'omicidio nella sua cattedrale di Canterbury dell'arcivescovo Thomas Becket da due suoi cavalieri al servizio del re Enrico II Plantageneto d'Inghilterra.
Re e l'arcivescovo erano in disputa da una lotta politica su chi avrebbe avuto l'ultima parola negli affari interni: se il re a Londra o il Papa da Roma.
In una magnifica scena, vedendo avvicinarsi cavalieri di Re Enrico, monaci fedeli a Becket cercano di bloccare le porte della cattedrale per proteggere l'arcivescovo. Becket, però, dà l'ordine che le porte rimangano aperte, per attrarre a sé il martirio; in una vera e propria "Imitazione del Cristo", nel senso che la profezia "deve sempre compiersi", ciò che poi permise la santificazione di Becket.
Quando antiche profezie diventano sacre e attecchiscono in profondità nella psiche collettiva, tendono a generare un forte impulso inconscio tra i popoli nel viverle nel tempo e nello spazio; quasi come se si trattasse di un gioco o di un'opera lirica.
Questo fascino  collettivo non diminuisce per il solo fatto che sappiamo esattamente come si concluderà il dramma, che si tratti dell’assassinato nella cattedrale, Amleto, Macbeth, Faust, l’Anello del Nibelungo di Wagner, o ... . La Lista di Malachia.

Il Segreto dei segreti
Si starà forse realizzando, consciamente o inconsciamente, la materializzazione di queste profezie dai corridoi più profondi e occulti del Vaticano, che nascondono tanti segreti e misteri ?
Andiamo a vedere gli ultimi quattro Papi della Lista di Malachia:
- Giovanni Paolo I (109° nella lista): Malachia lo denominò "Della mezza luna". Il povero Albino Luciani fu Incoronato in una notte di mezzaluna nel 1978 e trovato morto 33 giorni dopo nella successiva mezza luna ...
- Giovanni Paolo II (110 nella lista) è stato descritto come "Dal lavoro del sole" (che alcuni interpretano come l'eclissi - lavoro - solare): Karol Wojtyla è nato durante un'eclissi solare e i suoi funerali solenni si sono svolti durante un'altra eclissi 84 anni dopo ...
- Joseph Ratzinger (111 nella lista) è chiamato "Gloria dell'Ulivo". Il nome scelto da Ratzinger onora San Benedetto da Norcia, fondatore dell'ordine dei Benedettini da cui discende il ramo degli Oliventini ...
Ma poi ci fu l'inaspettato avvenimento dello scorso anno: Benedetto XVI abdicò, generando grande attesa per il prossimo, e apparentemente ultimo papa. Quindi la lista di Malachia termina con il 112° Papa ed invece di assegnargli una breve descrizione, scrisse il seguente messaggio tremendo: "Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa regnerà Pietro il Romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni , dopo di che, la città dei sette colli (Roma?, Gerusalemme?) sarà distrutta e il terribile giudice giudicherà il suo popolo. Fine "..
Il 112° Papa sarebbe stato l’argentino Jorge Mario Bergoglio, che fortunatamente non scelse come nome da papa quello di Pietro. Infatti, dal primo Pietro, nessun papa ha mai scelto il nome di Pietro, tabù che però non venne applicato a Paolo (c'erano stati sei papi con quel nome).
Se San Paolo è stato il "cervello" della Chiesa, possiamo vedere in Benedetto XVI la sua controparte moderna? Un brillante intellettuale, freddo, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, uomo lontano dalle questioni mondane?
E se Pietro fu la "roccia", solida, emotiva e semplice su cui Gesù ha costruito la sua Chiesa, sarà forse Francesco – che conquistò  velocemente i cuori dei cattolici e dei non cattolici, con il suo stile caldo, semplice, e poco sofisticato - la sua controparte moderna?
È da almeno sei secoli che la Chiesa non aveva due papi viventi insieme. Anche se Paolo non era Papa, riunire oggi "Pietro e Paolo" nuovamente per "unire le forze" - per così dire - non sembra una cattiva idea in questi tempi di sfida per la Chiesa e il suo gregge.
Senza dubbio tutto viene caricato da presagi. Soprattutto quando vediamo che tutte le persone sono attaccate dalla stesso potere compatto ed oscuro di un'elite che ha il dominio sul mondo.
Poiché questi sono tempi di "guerre e di rumori di guerre" promosse da élite radicate negli Stati Uniti, il Regno Unito, l'Unione europea e Israele (che sono stati chiamati i "quattro cavalieri dell'Apocalisse"): l'Ucraina e la Siria; Corea, Africa e Iraq; Afghanistan, Egitto e Mali; Somalia, India, Pakistan, Libia, Crimea e Sudan; Cecenia e l'Iran; debiti parassitari imposti dall'Internazionale d'oro e la crescente minaccia della bomba atomica ...
La Chiesa starà prendendo sul serio San Malachia più di quanto vorrebbe ammettere? Ha forse considerato che oggi risulta particolarmente prudente “prepararsi al peggio mentre si prega affinché avvenga il meglio”?
Se si scoprisse essere vero che la Chiesa stessa si sta preparando al peggio, con tutta la sua saggezza, le informazioni, la profezia, le verità segrete, le schiaccianti evidenze nascoste e prove vergognose oggi nascoste nelle più profonde sale del Vaticano, allora forse tutti noi faremmo bene a seguire il suo esempio.
Le tragedie politiche possono accadere perché racconti vitali sono stati soppressi; le informazioni chiave vengono nascoste, e l'ovvio non è conosciuto.
Miliardi di uomini e donne in tutto il mondo sperimenterebbero un cambiamento collettivo di consapevolezza se queste verità fondamentali fossero state rivelate al mondo; se i veri colpevoli venissero smascherati; se perversi attaccabrighe venissero giustamente puniti, e se i leali cercatori della Verità venissero ascoltati e rispettati.
Oggi, più che mai, il mondo ha bisogno di un messaggio vitale.
Forse è giunto il momento che la Città Eterna parli con urgenza e chiarezza... Perchè se la verità non deve venire da Roma, ispirata dallo spirito di Pietro e Paolo e dalla volontà divina, allora da dove dovrebbe venire quella verità che oggi la gente necessita e rimpiange?
Il mondo attende con il fiato sospeso ...

Buon Natale e Pace agli uomini di buona volontà ...

Adrian Salbuchi è un analista politico, autore, conduttore della trasmissione televisiva "Seconda Repubblica" dal TLV1 Canale Argentina. Progetto Fondatore Seconda Repubblica (PSR) - www.proyectosegundarepublica.com
Fonte: http://actualidad.rt.com/
Link: http://actualidad.rt.com/opinion/salbuchi/161120-salbuchi-historia-dos-papas
Traduzione a cura di www.comedonchisciotte.org
22.12.2014

domenica 23 novembre 2014

Im memoria di Federico Cavallaro

Ci uniamo alla commozione e al dolore dei familiari e agli amici di Metapolitica per l'improvvisa scomparsa di Federico Cavallaro, il quale per molti anni è stato tra i più stimati collaboratori di Silvano Panunzio, impreziosendo la rivista " Metapolitica" con i suoi saggi ricchi di dottrina e di sapienza.
Nell'ultimo anno Cavallaro ha pubblicato degli interessanti articoli (si consulti il Corriere Metapolitico) sul profetismo cristiano e sul ruolo di Maria Santissima nei tempi correnti.

Requiem aeternam dona ei, Domine. Amen.

lunedì 29 settembre 2014


PREGHIERA DI LIBERAZIONE

 O Signore tu sei grande, tu sei Dio, tu sei Padre, noi ti preghiamo per l’intercessione e con l’aiuto degli arcangeli Michele, Raffaele, Gabriele, perché i nostri fratelli e sorelle siano liberati dal maligno. Dall’angoscia, dalla tristezza, dalle ossessioni. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore. Dall’odio, dalla fornicazione, dalla invidia. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore. Dai pensieri di gelosia, di rabbia, di morte. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore. Da ogni pensiero di suicidio e aborto. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore. Da ogni forma di sessualità cattiva. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore. Dalla divisione di famiglia, da ogni amicizia cattiva. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore. Da ogni forma di maleficio, di fattura, di stregoneria e da qualsiasi male occulto. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore.
Preghiamo: O Signore che hai detto: “Vi lascio la pace, vi dò la mia pace”, per l’intercessione della Vergine Maria, concedici di essere liberati da ogni maledizione e di godere sempre della tua pace. Per Cristo nostro Signore. Amen.

domenica 7 settembre 2014

La Criptopolitica e i suoi inganni

Si sente spesso oggi parlare di poteri occulti, poteri forti, Illuminati, lobby. Inoltre si è indirizzati a credere che tutte queste forze siano unite sotto un'unica cupola, ma dietro si cela qualcosa di ben più complesso: Silvano Panunzio l'aveva chiamata Criptopolitica. Vedremo che essa non è un entità astratta, bensì un qualcosa di concreto, che influenza gli Stati, le persone e soprattutto la Politica.

Sempre Panunzio scrisse nel Dicembre del 1976 un editoriale riguardante <<manovre dietro le quinte>> della Politica, operate da <<forze che agiscono in funzione di precisi programmi e che adoperano mezzi illeciti -corruzione, ricatto, sequestro di persona, delitto, montatura pubblicitaria, psicosi di massa- senza avvertire il minimo scrupolo. I servizi segreti e i loro agenti (...) hanno fatto capire che gli uomini politici sono divenuti delle marionette, le cui fila sono mosse dalla Criptopolitica, ossia da forze nascoste, ma organizzate, che non appaiono quasi mai in prima linea. (…)
Meno che mai è spontaneo, o naturalmente dialettico, il gioco mondiale economico-finanziario (illusioni puerili dello scientismo marx-engelsiano) perché qui il meccanismo di scena è più facile ed evidente, come dimostrano le crisi provocate a bella posta e mille altri trucchi del genere. Persino la studiata a tavolino invenzione del capitalismo postula l'invenzione uguale contraria, anch'essa studiata allo stesso modo, dell'inevitabile comunismo. E via di seguito.
Dunque, quello che avviene sul piano politico visibile non è che il riflesso di una partita a scacchi già combinata di un'ingegnosa macchinazione allestita e mossa a volontà dai persuasori occulti.>> [1]

Nulla avviene per caso nella Storia visibile: ogni cosa è legata al rapporto causa-effetto, cioè un abile intreccio occulto di azioni e reazioni, orchestrato in maniera tale da attirare gli ingenui o, peggio, da ingannare con miraggi di potenza e di gloria, gli animi sensibili e generosi in particolare della gioventù. Riguardo ciò, non staremo ad elencare gli innumerevoli fatti di cronaca nera in cui sono coinvolti proprio i giovani e gli adolescenti: sono già urlati abbastanza.
È fondamentale non scordare il ruolo che svolge la ''Storia politica'' e che essa è funzione della ''Storia cosmica''. Quest'ultima ha tre dimensioni: una esteriore-umana a cui appartiene la Politica pura e semplice; una inferiore-infernale, che è quella della Criptopolitica, ormai scoperta e smascherata; infine, una superiore-celeste, la più importante che è quella della Metapolitica.
Già nei poemi di Omero si poteva scorgere che la lotta cosmica è a tre dimensioni e la guerra viene combattuta da uomini, forze degli inferi e dèi: sulla terra, sotto la terra e nelle acque, sopra la terra e nei cieli.

È bene sapere che la Criptopolitica nei secoli moderni è cresciuta ed è divenuta ai nostri tempi, vilissima merce quotidiana degli Stati e dei Parastati o Stati-fantoccio. Essa non è iniziatica (ed esoterica), ma neppure ''eroica'' come si vuol far credere. Essa è il campo dove opera la Contro-Iniziazione, che si serve allegramente degli specchietti di pseudo-tradizioni (i classici specchietti per le allodole) e delle cianfrusaglie di pseudo-iniziazioni. Per chi cade in questa viscida rete tenebrosa sono guai!

Per questo vogliamo non solo ammonire la gioventù migliore, ma anche risvegliare coloro che sono ingannati da questi specchietti che la Politica può e deve essere integrata e sublimata dalle ispirazioni e dalle conoscenze della Metapolitica.
Per troppo tempo abbiamo assistito ai deliri mentali del sinist-dest universale, che appare come una grottesca marcia di fantocci in riga. Sembra che comunque sia atteggiamento comune nell'Europa intera di averne abbastanza di questa dicotomia e di questi personaggi politici, burattini della Criptopolitica.
La morale che se ne trae è la seguente ed è semplice. Chi vuole verità, giustizia, innovazione e conservazione a un tempo, tradizione viva e ordinato sviluppo, deve porsi in un centro moderatore che regola il dinamismo delle idee, dei fatti e delle cose. Prossimamente spiegheremo il perché del valore della centralità e affermiamo che questa è la scelta di posizione perenne della Metapolitica.

[1] Gli equivoci della Criptopolitica, 12-1976, Archivio storico di Metapolitica, Vol.I

domenica 27 aprile 2014

DISCORSO DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII AGLI UOMINI DI AZIONE CATTOLICA NEL XXX° DELLA LORO UNIONE


DISCORSO  DI SUA SANTITÀ PIO PP. XII
AGLI UOMINI DI AZIONE CATTOLICA
NEL XXX° DELLA LORO UNIONE*
 Domenica, 12 ottobre 1952



"Oh, non chiedeteCi qual è il « nemico », nè quali vesti indossi. Esso si trova dappertutto e in mezzo a tutti; sa essere violento e subdolo. In questi ultimi secoli ha tentato di operare la disgregazione intellettuale, morale, sociale dell'unità nell'organismo misterioso di Cristo. Ha voluto la natura senza la grazia; la ragione senza la fede; la libertà senza l'autorità; talvolta l'autorità senza la libertà. È un « nemico » divenuto sempre più concreto, con una spregiudicatezza che lascia ancora attoniti: Cristo sì, Chiesa no. Poi: Dio sì, Cristo no. Finalmente il grido empio : Dio è morto; anzi : Dio non è mai stato. Ed ecco il tentativo di edificare la struttura del mondo sopra fondamenti che Noi non esitiamo ad additare come principali responsabili della minaccia che incombe sulla umanità: un'economia senza Dio, un diritto senza Dio, una politica senza Dio. Il « nemico » si è adoperato e si adopera perchè Cristo sia un estraneo nelle Università, nella scuola, nella famiglia, nell'amministrazione della giustizia, nell'attività legislativa, nel consesso delle nazioni, là ove si determina la pace o la guerra.
Esso sta corrompendo il mondo con una stampa e con spettacoli, che uccidono il pudore nei giovani e nelle fanciulle e distruggono l'amore fra gli sposi; inculca un nazionalismo che conduce alla guerra."

martedì 1 aprile 2014

Primo Aprile 1922-2014

Il primo di aprile del 1922, 92 anni fa, moriva Carlo d’Asburgo Lorena, ultimo Imperatore d’Austria proclamato beato nell’ottobre del 2004. Alla morte aveva soltanto 34 anni ed era in esilio a Madeira, cacciato dal trono dalle nuove forze politiche che si erano rafforzate nel Paese dopo la prima guerra mondiale e che si opponevano a Carlo, perché cattolico osservante e rappresentante dell’antico Sacro Romano Impero che difendeva la Chiesa e la Cristianità-Europa.
Il 2 aprile ricorre l'anniversario della morte di un altro grande, grandissimo uomo: Carlo Wojtyla e cioè Papa Giovanni Paolo II.
In due giorni si ricordano gli anniversari di un Imperatore beato e di un Papa, che sarà presto proclamato santo. Austriaco il primo, polacco il secondo. Due eccezionali protagonisti della storia del secolo Ventesimo.
Chiediamo la loro intercessione perchè i popoli europei riscoprano la Fede, la Speranza e la Carità, trovino la via della  pace e di una nuova era di civiltà, nel segno della Cristianità-Europa.
Maria Regina degli Angeli e dei Santi, prega per noi
Beato Carlo d'Austria, prega per noi
Beato Giovanni Paolo II, prega per noi.

martedì 25 marzo 2014

Il più grande rivoluzionario della storia contemporanea


di Francesco Boezi

La televisione, i media cosiddetti, hanno già dimenticato. Si interessano solo di cosa faccia ora il Papa emerito nelle sue stanze private, chi lo visiti, cosa mangi, se sia più o meno prossimo alla morte.  A nessuno importa più nulla della sua parola. Quella forza del passato ,Joseph Ratzinger , ha smesso di parlare e così tutti hanno smesso di interrogarsi sul significato delle sue parole. La modernità non ha tempo per un uomo che sta in silenzio.  Il tempio è ormai sacro perchè qualcuno dica qualcosa da poter spendere nel  tg delle 20,00, non perchè non sia in vendita.  Joseph Ratzinger  è considerato solo un’ombra di un’esistenza più antica, passata, superata. Un intellettuale inginocchiato a pregare non fa notizia. Viene conservata l’immagine a mò di reduce solo nei retrobottega delle edicole a cui è avanzato qualche calendario vaticano.
Ma Benedetto XVI  non ha adorato le ceneri per mantenere viva  la tradizione, egli ha conservato il fuoco.  In un mondo in cui anche le parole “padre” e  “ madre “ vengono virtualizzate e scarnificate dalla loro accezione tradizionale, la scelta solitaria di Benedetto XVI è stato il gesto più rivoluzionario della nostra storia recente.  E non possiamo dimenticarcene.  In questo “ Inverno dell’umanità” nel quale ci troviamo a vivere, rileggere i suoi libri, le sue encicliche, le sue riflessioni, rappresenterà sempre uno scudo per difendersi da chi con una buona dose di violenza, un’ideologia totalizzante e un po’ di rabbia sociale continua secolarmente nel tentativo di destrutturare la civiltà a colpi di laicismo e relativismo.  Nemici acclarati dell’uomo.  Ratzinger voleva che le persone prima di andare a dormire facessero l’esame di coscienza, così come ci hanno insegnato le nostre nonne. Agiva completamente fuori dalla storia, evidentemente. Nessuno fa più l’esame di coscienza, nessuno ringrazia più Dio per nulla.
Anzi, l’umanità sembra esser sempre più stanca di un Dio esclusivamente pensato e come avrebbe potuto non stancarsi di un uomo che non faceva altro che pensare a Dio?  Ma la ricerca dell’assoluto non avrà mai fine perchè il concetto di Dio è l’unico che sfugge alla ciclicità mortale del creato e così, proprio come Benedetto sostiene in “ Al cuore della fede”, la domanda sulla propria esistenza implica sempre un’altra domanda sulla presenza o meno di un’origine. Postulare che Dio non esiste significa, comunque ed infatti, essersi chiesti se  Dio esista o meno. La presenza ontologicamente obbligatoria di questa domanda dovrebbe farci riflettere tutti.  Quello che muove i cittadini della modernità pare essere,invece, una fame di riconoscimento affettivo che Benedetto XVI non sempre ha potuto soddisfare.  Non aveva e non ha un’immagine rassicurante da profeta del buonismo mediatico. 
Non apprezzava e non apprezza la musica rock e probabilmente non gli piacciono neppure le televisioni e le strade asfaltate.  Vive in un proprio personalissimo Medioevo fatto di libri, di Mozart, di gatti da biblioteca e di preghiere. E da quel che si è capito lui il Papa manco voleva farlo.  Da l’idea di un uomo che ha vissuto un mistero pietrino tanto intenso quanto sofferto, desideroso solo di commuoversi per le meraviglie del Signore rinunciando il più possibile a se stesso . Inadatto per la frenesia liquida di un sistema terrestre basato sui mobili Ikea, i voli low cost  , gli ebook, gli smartphone, le videoconferenze, i  fast food e così via. Resta scolpita nella memoria storica del Cristianesimo la sequenza di immagini mostrateci mentre Ratzinger esordiva su Twitter, contornato da schiere di Cardinali mediatici che tentavano di spiegargli il meccanismo del tutto. Il primo cinguettio, il primo click. Secondo noi non gliene importava proprio niente di cinguettare, al massimo avrà obbedito a qualcuno che gli ha suggerito la necessità di farlo. Da quel giorno i soliti benpensanti si sono divertiti ad insultarlo a più non posso, avendo ora tramite il social network il mezzo diretto per farlo.
Insulti che si sono sommati ad anni di infamità verso Benedetto, dipinto come un nazista, un pedofilo, un omofobo, persino una drag queen. Sì, avete letto bene. Il pensiero debole ha sempre fretta di etichettare col marchio di negativo chiunque provi a fuggire la logica dominante del “Dio è morto, ora tutto è permesso. “  Ma non esiste essere meno libero di una piuma al vento, questo Ratzinger ce l’ha spiegato bene e sta a noi cercare di comprendere, facendo un immenso sforzo intellettuale, il pensiero di chi ha provato a definire la razionalità come quell’ambito in cui la verità viene rappresentata dall’amore e l’amore tende a rappresentarsi come ragione vera.  Abbiamo vissuto un’epoca straordinaria e forse ci sono stati concessi l’onore e l’onere di poter ascoltare dal vivo uno dei più grandi intellettuali della storia dell’Occidente.
Ci piace immaginare che in un tempo non troppo lontano dal nostro, una decina di arditi si radunerà attorno ad un fuoco vivo e mentre tutta la società sarà ormai ampliamente secolarizzata e dissacrata fino al midollo, questo gruppetto che verrà  etichettato come un composto di nazisti, pedofili, omofobi e drag queen trovi il coraggio per guardarsi negli occhi commossi  e ritrovare se stessi e il significato della propria esistenza  nelle pagine di “ Caritas in Veritate” o di “ Deus Caritas est” .Affinchè la storia della spiritualità occidentale continui, sulle gambe di altri , servirà che Joseph Ratzinger non venga dimenticato: il più grande rivoluzionario della storia contemporanea.

domenica 16 febbraio 2014

La Chiesa, l’Onu e l’Europa. di F.M. Agnoli


Il lungo libello emesso  mercoledì 5 febbraio a Ginevra dal Comitato delle Nazioni Unite per i diritti del fanciullo è stato giustamente definito una vera e propria dichiarazione di guerra dell’ONU alla Chiesa cattolica. Come in tutte le dichiarazioni di guerra,  l’attaccante  prende spunto da un pretesto che ritiene possa conferirgli un vantaggio tattico o anche soltanto morale sull’avversario.  Nel 1914 per la Grande Guerra fu l’assassinio dell’arciduca  Ferdinando a Sarajevo, oggi per l’ONU, che, difatti,  manda avanti il  suo Comitato per i Diritti del fanciullo, a pretesto vengono presi i casi di pedofilia che  hanno coinvolto molti preti cattolici. Indubbiamente una delle pagine  più tristi della Chiesa, anzitutto per il tradimento di troppi suoi chierici, ma anche per la sottovalutazione  del fenomeno e una troppo prolungata politica del “chetare e sopire” nel tentativo di evitare lo scandalo.
Il Comitato ONU ha, quindi, scelto un effettivo punto debole, un autentico rimorso, una pagina dolorosa della storia  della Chiesa, in grado di  giustificare critiche e rinfocolare avversioni, ma unicamente per strumentalizzarli a fini che nulla hanno a che vedere con i diritti dei bambini e la loro protezione e, di conseguenza, con i suoi compiti istituzionali. Difatti il comunicato  ginevrino sa di vecchio, si riferisce  alla situazione di qualche anno fa senza tenere alcun conto dei provvedimenti presi e delle regole stabilite  da Benedetto XVI (Papa Francesco ha proseguito sulla stessa strada), che fanno oggi della Chiesa cattolica probabilmente l’istituzione con le regole più severe, cogenti  e trasparenti in tema di pedofilia.
La realtà è che, come sempre quando si dichiara guerra, il pretesto è soltanto un pretesto, che serve a nascondere  alla meno peggio  le vere cause e i veri fini perseguiti.  In genere nelle guerre combattute  con gli eserciti, le bombe, le trincee ciò che davvero si vuole viene pienamente alla luce solo a conflitto concluso, quando i vincitori intendono portare a casa il risultato. Adesso  le guerre si combattono con altri strumenti e i campi di battaglia sono quelli dei mass-media,  del martellamento  pubblicitario, dei convegni, delle tavole rotonde, delle dichiarazioni dei politici, dei maitres à penser e dei pretesi rappresentanti della società civile.. Di conseguenza, la vera materia del contendere va dichiarata, per quanto la si abbellisca e camuffi,  fin dal principio. Magari  nell’ultimo capoverso della dichiarazione di guerra o in una noticina  a piè di pagina, ma va dichiarata.
Non è azzardato pensare  che, quanto meno in questa circostanza,  dei diritti del fanciullo al Comitato dell’ONU, che pure solo di questo è autorizzato a interessarsi, gliene importi poco o nulla e molto invece dell’aborto (incredibilmente fra i diritti del fanciullo negati dalla Chiesa cattolica vi sarebbe quello di venire abortito!), della contraccezione e dell’omosessualità.
Resta da chiedersi perché l?ONU abbia scelto proprio questo momento per attaccare la Chiesa cattolica con tanta feroce determinazione. Non è azzardato credere che dietro l’intervento del Comitato si trovi il fronte  delle lobby malthusiane (femministe, abortiste, omosessualiste), che, per strade diverse, ma convergenti, mirano alla riduzione della popolazione mondiale. Queste lobby, da sempre influentissime   a Ginevra come a New York   hanno cominciato ad  avvertire  la crescente, sempre più forte  e forse inaspettata opposizione dei popoli ai loro progetti. Preoccupate dalle avvisaglie di possibili, future sconfitte (la sospensione del varo del nuovo diritto di famiglia  in Francia, il progetto di una nuova legge sull’aborto in Spagna), hanno individuato nella Chiesa  cattolica l’elemento catalizzatore della resistenza in Europa e in Occidente. Di conseguenza, contando su quel po’ di autorevolezza  che ancora le rimane, hanno deciso di far scendere in campo l’ONU in prima persona.
Francesco Mario Agnoli

FONTE: http://www.identitaeuropea.it/?p=2227

martedì 4 febbraio 2014

Catechesi di Papa Francesco sullo Spirito Santo
Udienza Generale Piazza San Pietro Mercoledì, 15 maggio 2013

Cari fratelli e sorelle buongiorno!
oggi vorrei soffermarmi sull’azione che lo Spirito Santo compie nel guidare la Chiesa e ciascuno di noi alla Verità. Gesù stesso dice ai discepoli: lo Spirito Santo «vi guiderà a tutta la verità» (Gv 16,13), essendo Egli stesso «lo Spirito di Verità» (cfr Gv 14,17; 15,26; 16,13).
Viviamo in un’epoca in cui si è piuttosto scettici nei confronti della verità. Benedetto XVI ha parlato molte volte di relativismo, della tendenza cioè a ritenere che non ci sia nulla di definitivo e a pensare che la verità venga data dal consenso o da quello che noi vogliamo. Sorge la domanda: esiste veramente “la” verità? Che cos’è “la” verità? Possiamo conoscerla? Possiamo trovarla? Qui mi viene in mente la domanda del Procuratore romano Ponzio Pilato quando Gesù gli rivela il senso profondo della sua missione: «Che cos’è la verità?» (Gv 18,37.38). Pilato non riesce a capire che “la” Verità è davanti a lui, non riesce a vedere in Gesù il volto della verità, che è il volto di Dio. Eppure, Gesù è proprio questo: la Verità, che, nella pienezza dei tempi, «si è fatta carne» (Gv 1,1.14), è venuta in mezzo a noi perché noi la conoscessimo. La verità non si afferra come una cosa, la verità si incontra. Non è un possesso, è un incontro con una Persona.
Ma chi ci fa riconoscere che Gesù è “la” Parola di verità, il Figlio unigenito di Dio Padre? San Paolo insegna che «nessuno può dire: “Gesù è Signore!” se non sotto l’azione dello Spirito Santo» (1Cor 12,3). E’ proprio lo Spirito Santo, il dono di Cristo Risorto, che ci fa riconoscere la Verità. Gesù lo definisce il “Paraclito”, cioè “colui che ci viene in aiuto”, che è al nostro fianco per sostenerci in questo cammino di conoscenza; e, durante l’Ultima Cena, Gesù assicura ai discepoli che lo Spirito Santo insegnerà ogni cosa, ricordando loro le sue parole (cfr Gv 14,26).
Qual è allora l’azione dello Spirito Santo nella nostra vita e nella vita della Chiesa per guidarci alla verità? Anzitutto, ricorda e imprime nei cuori dei credenti le parole che Gesù ha detto, e, proprio attraverso tali parole, la legge di Dio – come avevano annunciato i profeti dell’Antico Testamento – viene inscritta nel nostro cuore e diventa in noi principio di valutazione nelle scelte e di guida nelle azioni quotidiane, diventa principio di vita. Si realizza la grande profezia di Ezechiele: «vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli, vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo… Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme» (36,25-27). Infatti, è dall’intimo di noi stessi che nascono le nostre azioni: è proprio il cuore che deve convertirsi a Dio, e lo Spirito Santo lo trasforma se noi ci apriamo a Lui.
Lo Spirito Santo, poi, come promette Gesù, ci guida «a tutta la verità» (Gv 16,13); ci guida non solo all’incontro con Gesù, pienezza della Verità, ma ci guida anche “dentro” la Verità, ci fa entrare cioè in una comunione sempre più profonda con Gesù, donandoci l’intelligenza delle cose di Dio. E questa non la possiamo raggiungere con le nostre forze. Se Dio non ci illumina interiormente, il nostro essere cristiani sarà superficiale. La Tradizione della Chiesa afferma che lo Spirito di verità agisce nel nostro cuore suscitando quel “senso della fede” (sensus fidei) attraverso il quale, come afferma il Concilio Vaticano II, il Popolo di Dio, sotto la guida del Magistero, aderisce indefettibilmente alla fede trasmessa, la approfondisce con retto giudizio e la applica più pienamente nella vita (cfr Cost. dogm. Lumen gentium, 12). Proviamo a chiederci: sono aperto all’azione dello Spirito Santo, lo prego perché mi dia luce, mi renda più sensibile alle cose di Dio? Questa è una preghiera che dobbiamo fare tutti i giorni: «Spirito Santo fa’ che il mio cuore sia aperto alla Parola di Dio, che il mio cuore sia aperto al bene, che il mio cuore sia aperto alla bellezza di Dio tutti i giorni». Vorrei fare una domanda a tutti: quanti di voi pregano ogni giorno lo Spirito Santo? Saranno pochi, ma noi dobbiamo soddisfare questo desiderio di Gesù e pregare tutti i giorni lo Spirito Santo, perché ci apra il cuore verso Gesù.
Pensiamo a Maria che «serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19.51). L’accoglienza delle parole e delle verità della fede perché diventino vita, si realizza e cresce sotto l’azione dello Spirito Santo. In questo senso occorre imparare da Maria, rivivere il suo “sì”, la sua disponibilità totale a ricevere il Figlio di Dio nella sua vita, che da quel momento è trasformata. Attraverso lo Spirito Santo, il Padre e il Figlio prendono dimora presso di noi: noi viviamo in Dio e di Dio. Ma la nostra vita è veramente animata da Dio? Quante cose metto prima di Dio?
Cari fratelli e sorelle, abbiamo bisogno di lasciarci inondare dalla luce dello Spirito Santo, perché Egli ci introduca nella Verità di Dio, che è l’unico Signore della nostra vita. In quest’Anno della fede chiediamoci se concretamente abbiamo fatto qualche passo per conoscere di più Cristo e le verità della fede, leggendo e meditando la Sacra Scrittura, studiando il Catechismo, accostandosi con costanza ai Sacramenti. Ma chiediamoci contemporaneamente quali passi stiamo facendo perché la fede orienti tutta la nostra esistenza. Non si è cristiani “a tempo”, soltanto in alcuni momenti, in alcune circostanze, in alcune scelte. Non si può essere cristiani così, si è cristiani in ogni momento! Totalmente! La verità di Cristo, che lo Spirito Santo ci insegna e ci dona, interessa per sempre e totalmente la nostra vita quotidiana. Invochiamolo più spesso, perché ci guidi sulla strada dei discepoli di Cristo. Invochiamolo tutti i giorni. Vi faccio questa proposta: invochiamo tutti i giorni lo Spirito Santo, così lo Spirito Santo ci avvicinerà a Gesù Cristo.