Cavalleria Cristiana

"È autentica Cavalleria Cristiana quella dei Cavalieri Erranti, nel duplice senso di andare ed errare, simili ai saggi e giusti di Dio, i quali si ritirano di tanto in tanto nella fortezza della Tradizione Interiore per dare la scalata alle vette dello Spirito" Primo Siena

sabato 27 dicembre 2014

UNA STORIA DI DUE PAPI E LE PROFEZIE DI SAN MALACHIA

Questa settimana la Chiesa cattolica celebra il suo secondo natale con due papi. Avrà un significato più profondo di quello che sembra? Sarà forse l’indizio di una rivelazione “in pieno giorno” che il Vaticano sta svelando a “chi ha occhi per vedere e orecchie per sentire”?

La Chiesa Cattolica è l’istituzione cristiana più importante del mondo. Ha attraversato profondi cambiamenti per allinearsi ai “segni” dei tempi che corrono.



La chiave per comprendere il successo dei suoi più di due millenni di esistenza la si trova nel suo stesso nome: la Chiesa è “Apostolica” (si basa sulla vita e le opere dei discepoli di Gesù Cristo); è “Cattolica” (dal greco καθολικός che significa universale; oggi diremmo "globale"); e infine, è “Romana” (geografica, culturale e geopolitica).
Nonostante le centinaia di migliaia di cristiani che furono martirizzati dagli imperatori romani, anzi la Chiesa deve molto a Roma. Non solo situò la sua sede centrale nel cuore della Città Eterna, ma adottò addirittura la sua lingua secolare –il latino- rendendolo una lingua sacra; assorbì gran parte della struttura giuridica e amministrativa romana, e adottò molti dei suoi simboli, concetti e stili.
Quindi, il “Pontefice” –costruttore di ponti- ha la chiave per la salvezza eterna, e la  nascita di Cristo stesso viene festeggiata il 25 dicembre così come Roma celebra Mitra, dio iraniano importato dai Legionari Romani quando tornarono dai lontani confini orientali dell’Impero. Anche la Croce –simbolo del Martirio- era un artefatto creato dai romani.
Indipendentemente dall’opinione e dalla fede di ognuno, la verità è che la Chiesa ha resistito bene nel tempo. Certamente oggi la si vede un po’ stanca, deteriorata e grigia, ma è ancora l’istituzione più antica dell’ Occidente, con duemila anni di continuità, che fissò la sua sede a Roma. In realtà è molto tempo.
Ci sarà una durata massima della vita per le istituzioni collettive da misurarsi in periodi molto lunghi, che noi non riusciamo a comprendere dato che le nostre brevi vite ci obbligano a pensare in tempi molto più corti?

Tempo, tempo e tempo
Le sottili leggi che governano il corso dei millenni sono sicuramente diverse dal nostro concetto moderno, materialista e miope del tempo. Infatti, nell’antichità esistevano tre concetti per affrontare il tempo: “Cronos”, che descriveva un tempo profano e lineare; “Kairos”, che rappresentava i momenti salienti della vita quando Dio o gli dei manifestavano il loro piano divino agli uomini: potremmo chiamarli “tappe cosmiche”; e “Aion”, dal dio romano dei periodi molto estesi di tempo ciclico, da dove deriva il termine moderno “eon”.
La storia della Chiesa sembra dirci che Cronos  risiede dentro Kairos, che sono tappe cariche di significato che ci aiutano nella comprensione del “profetico” (“Il mio” Kairos non è ancora arrivato rispose Gesù a sua madre in merito ai Matrimoni di Cana…). A loro volta, entrambi sono situati all’interno di Aion, il ciclico “tempo delle età” dove cambiamenti sottili, lenti e a lungo termine, sorgono e decadono nella psiche collettiva degli uomini.
Nell’oscura e acuta crisi che il mondo moderno sta vivendo, ci sarà qualcuno così illuminato nella stessa Chiesa che ha compreso questi complessi meccanismi, e gli stà permettendo di manifestarsi come vuole la loro misteriosa natura?
L'anno scorso il papato ha attraversato una svolta –un Kairos- senza precedenti, quando il papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) abdicò per essere rimpiazzato un mese dopo dall’attuale papa Francesco (Jorge Bergoglio).
Questa svolta insolita nell’ordine successorio e ordinato al trono di San Pietro, in base al quale i nuovi Papi ascendono sempre dopo la morte del predecessore, sarà dovuta solo al fatto che Benedetto si sentiva troppo vecchio, stanco e debole per continuare nello svolgimento delle sue funzioni mondane e spirituali?

Pietro e Paolo: fondatori della Chiesa
San Pietro (Simone Pietro in latino; Petrus, la pietra) morì intorno all’anno 64 d.C. crocifisso dall’imperatore Nerone Augusto Cesare. Fu uno dei dodici discepoli originali ordinati da Gesù Cristo del quale Gesù disse che sarebbe “la Pietra della mia Chiesa” (Matteo 16:18), e che la Chiesa considera come il suo primo Papa.  La tradizione dice che Pietro fu crocifisso dove oggi sorge la Cappella Clementina e che le sue ossa riposano sotto la Basilica di San Pietro.
San Paolo è un caso diverso. Il suo nome ebreo era Saulo; era più giovane di Pietro e non faceva parte dei dodici apostoli diretti da Gesù. In realtà Saulo cominciò a seguire i discepoli di Gesù a Gerusalemme, finché un giorno mentre si dirigeva a Damasco gli apparse il Cristo risorto come una potente luce che lo accecò. Dopo tre giorni recuperò la vista, e “avendo visto la Luce”, si convertì, cambiò il nome in Paolo e cominciò a predicare che Gesù di Nazareth era il Messia ed il Figlio di Dio.
Paolo fu un intellettuale prolifico e brillante, quattordici dei ventisette libri del Nuovo testamento sono per tradizione attribuiti a lui. Le sue Epistole costituiscono la spina dorsale della teologia, la fede e il rito cristiano, non solo per il cattolicesimo ma anche per gli ortodossi ed i protestanti.
Paolo predicò soprattutto ai pagani e spesso era conosciuto come “l’Apostolo dei Gentili”, mentre Pietro rimase attaccato agli ebrei convertiti alla nuova Fede, nonostante le grandi persecuzioni.
Potremmo dire che il leale Pietro è il cuore della Chiesa –la stessa pietra sulla quale fu eretta e continua in piedi ancor’oggi a Roma -; mentre il brillante Paolo fu il “cervello” della Chiesa, forgiando il Dogma che si è mantenuto fino ai nostri giorni (o quasi, dopo il Concilio Vaticano II).
Nel complesso, possiamo dire che Pietro e Paolo fondarono insieme e in modo magistrale la struttura attuale, temporale e spirituale della Chiesa Cattolica Apostolica e Romana. Non c’è da stupirsi allora che il calendario dei santi li celebri entrambi il 29 di giugno, Festa della solennità di San Pietro e San Paolo.
Diamo un’occhiata alla Chiesa dei nostri giorni.
È forse possibile che stiamo oggi presenziando un riflesso contemporaneo di quei due magnifici fondatori della Chiesa Romana –Pietro e Paolo- che vissero insieme, lavorarono insieme e quasi morirono insieme con i due pontefici che anche oggi vivono e lavorano insieme (e probabilmente muoiano insieme) a Roma, Francesco (il “Vero” Papa) e Benedetto XVI (il Papa “emerito” ritirato)?

La lista di San Malachia
Malachia era un santo irlandese del XI secolo, arcivescovo di Armagh, e primo figlio di Irlanda ad essere canonizzato. Ad oggi, però, Malachia è ricordato maggiormente per la visione apocalittica che ebbe mentre viaggiava verso Roma e che si affrettò ad annotare, nella quale “vide” i 112 papi che avrebbero regnato dopo il suo tempo e fino al Giorno del Giudizio e alla seconda venuta di Gesù Cristo.
Quella famosa “Lista di Malachia” venne dimenticata per quattro secoli, fino a che il monaco benedettino Arnold de Wyon la scoprì e la pubblicò nell’ anno 1590, chiamandola “Profezia della fine dei tempi”. Molti ricercatori, tuttavia, la considerano un falso del XVI secolo.
Potrebbe essere così …  Ma c’è qualcosa di molto strano nel modo in cui le 112 frasi oscure in latino che Malachia assegnò ad ognuno  dei 112 papi a cominciare da papa Clemente II, si sono poi rivelate plausibili –sia in maniera sottile che portentosa- nei successivi vescovi che sono ascesi al trono di San Pietro lungo i secoli.
Se si trattò di un falso, è stato certamente ordito in modo molto ispirato! O come dicono gli italiani, se non è vero è ben Trovato.
A questo si aggiunge un altro fattore insolito: il tempo. Dal tempo in cui Malachia scrisse la sua Lista visionaria, abbiamo visto alcuni Papi regnare per lunghi anni come Pio IX e Giovanni Paolo II (rispettivamente, 31 e 26 anni), mentre altri regnarono per periodi tristemente brevi, come i 33 giorni di Giovanni Paolo I.
Di fronte a tali enormi variazioni nella durata dei papi successivi, l'intera lista di Malachia avrebbe potuto sviarsi per secoli interi, finendo troppo presto (secoli fa), o essere trascorsa troppo lentamente (avendo ancora secoli davanti a sé); ma tuttavia ...
Qui siamo nell'anno del Signore 2014, e stiamo presenziando l’ultimo papa sul trono di San Pietro della lista di Malachia, un uomo che ha appena compiuto 78 anni, del quale non dovremmo aspettarci che viva molte decadi ...
Quindi non dovremmo prendere troppo alla leggera il messaggio del vecchio San Malachia, nonostante la sua insolita lista sia stata deformata e banalizzata da coloro che si attribuiscono al "New Age" o "Zeitgeist". Dopo tutto, non dimentichiamo che nella sua Irlanda nativa, Malachia era arcivescovo del villaggio di Armagh, che ha chiari echi di Armageddon ... Spesso, Dio scrive verità diritte con righe storte...

Dove andremmo a finire da qui?
Potrebbe forse essersi attivato qualche sottile fattore psicologico/collettivo riguardo a ciò? Quello che molti oggi sentono come la vicinanza dell’ "apocalittica fine dei tempi " sarà forse il riflesso di qualche archetipo collettivo finora dormiente? Forse quello di cui parlava e indagava così profondamente lo psicoanalista svizzero Carl G. Jung nel secolo scorso?
Tuttavia, in tutto questo potrebbe anche esserci una forte componente di profezia auto-compiuta.
Nel 1935, il drammaturgo inglese T.S. Eliot scrisse una commedia intitolata "Assassinio nella cattedrale", che racconta l'omicidio nella sua cattedrale di Canterbury dell'arcivescovo Thomas Becket da due suoi cavalieri al servizio del re Enrico II Plantageneto d'Inghilterra.
Re e l'arcivescovo erano in disputa da una lotta politica su chi avrebbe avuto l'ultima parola negli affari interni: se il re a Londra o il Papa da Roma.
In una magnifica scena, vedendo avvicinarsi cavalieri di Re Enrico, monaci fedeli a Becket cercano di bloccare le porte della cattedrale per proteggere l'arcivescovo. Becket, però, dà l'ordine che le porte rimangano aperte, per attrarre a sé il martirio; in una vera e propria "Imitazione del Cristo", nel senso che la profezia "deve sempre compiersi", ciò che poi permise la santificazione di Becket.
Quando antiche profezie diventano sacre e attecchiscono in profondità nella psiche collettiva, tendono a generare un forte impulso inconscio tra i popoli nel viverle nel tempo e nello spazio; quasi come se si trattasse di un gioco o di un'opera lirica.
Questo fascino  collettivo non diminuisce per il solo fatto che sappiamo esattamente come si concluderà il dramma, che si tratti dell’assassinato nella cattedrale, Amleto, Macbeth, Faust, l’Anello del Nibelungo di Wagner, o ... . La Lista di Malachia.

Il Segreto dei segreti
Si starà forse realizzando, consciamente o inconsciamente, la materializzazione di queste profezie dai corridoi più profondi e occulti del Vaticano, che nascondono tanti segreti e misteri ?
Andiamo a vedere gli ultimi quattro Papi della Lista di Malachia:
- Giovanni Paolo I (109° nella lista): Malachia lo denominò "Della mezza luna". Il povero Albino Luciani fu Incoronato in una notte di mezzaluna nel 1978 e trovato morto 33 giorni dopo nella successiva mezza luna ...
- Giovanni Paolo II (110 nella lista) è stato descritto come "Dal lavoro del sole" (che alcuni interpretano come l'eclissi - lavoro - solare): Karol Wojtyla è nato durante un'eclissi solare e i suoi funerali solenni si sono svolti durante un'altra eclissi 84 anni dopo ...
- Joseph Ratzinger (111 nella lista) è chiamato "Gloria dell'Ulivo". Il nome scelto da Ratzinger onora San Benedetto da Norcia, fondatore dell'ordine dei Benedettini da cui discende il ramo degli Oliventini ...
Ma poi ci fu l'inaspettato avvenimento dello scorso anno: Benedetto XVI abdicò, generando grande attesa per il prossimo, e apparentemente ultimo papa. Quindi la lista di Malachia termina con il 112° Papa ed invece di assegnargli una breve descrizione, scrisse il seguente messaggio tremendo: "Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa regnerà Pietro il Romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni , dopo di che, la città dei sette colli (Roma?, Gerusalemme?) sarà distrutta e il terribile giudice giudicherà il suo popolo. Fine "..
Il 112° Papa sarebbe stato l’argentino Jorge Mario Bergoglio, che fortunatamente non scelse come nome da papa quello di Pietro. Infatti, dal primo Pietro, nessun papa ha mai scelto il nome di Pietro, tabù che però non venne applicato a Paolo (c'erano stati sei papi con quel nome).
Se San Paolo è stato il "cervello" della Chiesa, possiamo vedere in Benedetto XVI la sua controparte moderna? Un brillante intellettuale, freddo, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, uomo lontano dalle questioni mondane?
E se Pietro fu la "roccia", solida, emotiva e semplice su cui Gesù ha costruito la sua Chiesa, sarà forse Francesco – che conquistò  velocemente i cuori dei cattolici e dei non cattolici, con il suo stile caldo, semplice, e poco sofisticato - la sua controparte moderna?
È da almeno sei secoli che la Chiesa non aveva due papi viventi insieme. Anche se Paolo non era Papa, riunire oggi "Pietro e Paolo" nuovamente per "unire le forze" - per così dire - non sembra una cattiva idea in questi tempi di sfida per la Chiesa e il suo gregge.
Senza dubbio tutto viene caricato da presagi. Soprattutto quando vediamo che tutte le persone sono attaccate dalla stesso potere compatto ed oscuro di un'elite che ha il dominio sul mondo.
Poiché questi sono tempi di "guerre e di rumori di guerre" promosse da élite radicate negli Stati Uniti, il Regno Unito, l'Unione europea e Israele (che sono stati chiamati i "quattro cavalieri dell'Apocalisse"): l'Ucraina e la Siria; Corea, Africa e Iraq; Afghanistan, Egitto e Mali; Somalia, India, Pakistan, Libia, Crimea e Sudan; Cecenia e l'Iran; debiti parassitari imposti dall'Internazionale d'oro e la crescente minaccia della bomba atomica ...
La Chiesa starà prendendo sul serio San Malachia più di quanto vorrebbe ammettere? Ha forse considerato che oggi risulta particolarmente prudente “prepararsi al peggio mentre si prega affinché avvenga il meglio”?
Se si scoprisse essere vero che la Chiesa stessa si sta preparando al peggio, con tutta la sua saggezza, le informazioni, la profezia, le verità segrete, le schiaccianti evidenze nascoste e prove vergognose oggi nascoste nelle più profonde sale del Vaticano, allora forse tutti noi faremmo bene a seguire il suo esempio.
Le tragedie politiche possono accadere perché racconti vitali sono stati soppressi; le informazioni chiave vengono nascoste, e l'ovvio non è conosciuto.
Miliardi di uomini e donne in tutto il mondo sperimenterebbero un cambiamento collettivo di consapevolezza se queste verità fondamentali fossero state rivelate al mondo; se i veri colpevoli venissero smascherati; se perversi attaccabrighe venissero giustamente puniti, e se i leali cercatori della Verità venissero ascoltati e rispettati.
Oggi, più che mai, il mondo ha bisogno di un messaggio vitale.
Forse è giunto il momento che la Città Eterna parli con urgenza e chiarezza... Perchè se la verità non deve venire da Roma, ispirata dallo spirito di Pietro e Paolo e dalla volontà divina, allora da dove dovrebbe venire quella verità che oggi la gente necessita e rimpiange?
Il mondo attende con il fiato sospeso ...

Buon Natale e Pace agli uomini di buona volontà ...

Adrian Salbuchi è un analista politico, autore, conduttore della trasmissione televisiva "Seconda Repubblica" dal TLV1 Canale Argentina. Progetto Fondatore Seconda Repubblica (PSR) - www.proyectosegundarepublica.com
Fonte: http://actualidad.rt.com/
Link: http://actualidad.rt.com/opinion/salbuchi/161120-salbuchi-historia-dos-papas
Traduzione a cura di www.comedonchisciotte.org
22.12.2014