Cavalleria Cristiana

"È autentica Cavalleria Cristiana quella dei Cavalieri Erranti, nel duplice senso di andare ed errare, simili ai saggi e giusti di Dio, i quali si ritirano di tanto in tanto nella fortezza della Tradizione Interiore per dare la scalata alle vette dello Spirito" Primo Siena

domenica 26 febbraio 2012

I^ Domenica di Quaresima - Meditazione del giorno

«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino»
 
        La vita umana è piena di tranelli che fanno inciampare, di 'reti' menzognere... E perché il nemico aveva teso ovunque queste reti, catturando quasi tutti, è stato necessario che venisse qualcuno più forte per vincerle, romperle, e aprire così la strada a coloro che lo seguivano. Perciò, prima di unirsi alla Chiesa come sua sposa, anche il Salvatore è stato tentato dal demonio... Insegnava così alla Chiesa che non con l'ozio e i piaceri, ma attraverso prove e tentazioni, ella avrebbe dovuto arrivare a Cristo.

        Non c'era nessun altro che potesse trionfare su quelle reti. «Poiché tutti hanno peccato», come è scritto (Rm 3,23)... Il nostro Signore e Salvatore, Gesù, è l'unico che «non commise mai peccato» (1Pt 2,22). Ma il Padre «lo trattò da peccato in nostro favore» (2Cor 5,21) affinché «nella nostra condizione umana di peccatori, a causa del peccato, distruggesse il peccato» (Rm 8,3). Gesù dunque è entrato in queste reti, ma solo lui non ne è stato catturato. Anzi, le ha spezzate e stracciate, dando così fiducia alla Chiesa tanto che ella può ormai mettere le trappole sotto i piedi, spezzare i lacci e dire con gioia: «Noi siamo stati liberati come un uccello dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati» (Sal 124,7).

        Anche lui tuttavia ha subito la morte, ma volontariamente, e non, come noi, a causa del peccato. Poiché è l'unico ad essere stato «libero fra i morti» (Sal 87,6 LXX). E perché era libero fra i morti, ha vinto «colui che della morte ha il potere» (Eb 2,14) e gli «ha strappato i prigionieri» (Ef 4,8) che erano incatenati nella morte. Non solo ha risuscitato se stesso dai morti, ma contemporaneamente ha «risuscitato coloro che erano prigionieri della morte e li ha fatti sedere nei cieli» (Ef 2,5s); «Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri» (Ef 4,8). 

di Origene (circa 185-253), sacerdote e teologo
Commento al Cantico dei Cantici, III,27-33 ; SC 376

Salmi 25(24),4bc-5ab.6-7bc.8-9.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua verità e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza,
in te ho sempre sperato.

Ricordati, Signore, del tuo amore,
della tua fedeltà che è da sempre;
ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
la via giusta addita ai peccatori;
guida gli umili secondo giustizia,
insegna ai poveri le sue vie. 

domenica 12 febbraio 2012

Vaticano, i documenti "riservati" e quei complotti inesistenti

Un appunto autentico, ma palesemente sconclusionato, scatena una ridda di ipotesi complottistiche su una possibile uccisione del Papa

di ANDREA TORNIELLI





Non passa ormai giorno che dai sacri palazzi vaticani, divenuti ormai un colabrodo, non esca qualche appunto riservato. Quello che mette in pagina oggi il giornale italiano «Il Fatto Quotidiano» è un documento inviato il 30 dicembre scorso al Papa. Si tratta di un appunto «confidenziale» che il cardinale Darío Castrillón Hoyos, già Prefetto della Congregazione del clero, avrebbe ricevuto da un amico e che riguarda la possibilità di un «complotto delittuoso» per eliminare il Papa.

La presunta «fonte», citata nel testo, è il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, ex nunzio in Italia, il quale, nel corso di un viaggio a Pechino nel novembre 2011, avrebbe parlato con alcuni interlocutori cinesi della possibilità che Benedetto XVI muoia entro un anno e della possibilità che il suo successore sia il cardinale italiano Angelo Scola, già patriarca di Venezia e da pochi mesi nuovo arcivescovo di Milano.


Va detto innanzitutto che l’appunto pubblicato dal quotidiano è autentico. È stato effettivamente ricevuto dalla Segreteria di Stato, dove dopo una prima lettura e qualche risata, non gli si è dato il minimo peso, anche se lo si è trasmesso al Pontefice.
 

Leggendo il testo del documento, si comprende anche come il cardinale Romeo non abbia affatto parlato di un complotto per eliminare il Papa. Si sarebbe invece limitato a dire che il Papa potrebbe morire entro dodici mesi. Sarebbero stati i suoi interlocutori cinesi a dedurre dalle sue parole il complotto. Ma a rendere effettivamente risibile il contenuto dell’appunto, sono altre affermazioni: l’arcivescovo di Palermo avrebbe affermato di essere «l’interlocutore designato del Papa per occuparsi in futuro delle questioni fra la Cina e il Vaticano». Inoltre, il porporato siciliano avrebbe «sorpreso» i suoi interlocutori cinesi «informandoli che lui – Romeo – formerebbe assieme al Santo Padre – Papa Benedetto XVI – e al cardinale Scola una troika. Per le questioni più importanti, dunque, il Santo Padre si consulterebbe con lui – Romeo – e con Scola».

In un altro passo del documento, dopo aver riportato la presunta notizia sul «rapporto conflittuale» del Papa con il suo Segretario di Stato Tarcisio Bertone, si legge: «In segreto il Santo Padre si starebbe occupando della sua successione e avrebbe già scelto il cardinale Scola come idoneo candidato, perché più vicino alla sua personalità.

Lentamente ma inesorabilmente lo starebbe così preparando e formando a ricoprire l’incarico di Papa». Alla luce di queste presunte e oggettivamente sconclusionate «informazioni» (Romeo confidente del Papa per ogni questione importante, Ratzinger che lavora per preparare la sua successione), va presa per ciò che realmente è anche la parte sul presunto complotto, nella quale si legge: «Sicuro di sé, come se lo sapesse con precisione, il cardinale Romeo ha annunciato che il Santo Padre avrebbe solo altri dodici mesi da vivere. Durante i suoi colloqui in Cina ha profetizzato la morte di Papa Benedetto XVI… Le dichiarazioni del cardinale sono state esposte da persona probabilmente informata di un serio complotto delittuoso, con tale sicurezza e fermezza, che i suoi interlocutori in Cina hanno pensato con spavento, che sia programmato un attentato contro il Santo Padre».


Ci si potrebbe chiedere come mai, se davvero l’arcivescovo di Palermo è a conoscenza del «complotto delittuoso» ed è così libero di parlarne a destra e a manca, addirittura con i suoi interlocutori cinesi, non ne abbia parlato innanzitutto con Benedetto XVI, vista la sua assidua consuetudine in quanto membro dell’esclusiva troika, invece di far arrivare la notizia attraverso gli stessi interlocutori di Pechino che poi avrebbero confidato a qualcun altro del complotto fino a far arrivare la notizia a un amico tedesco del cardinale Castrillón Hoyos.


L’unica vera notizia sta nel fatto che un appunto – autentico, seppure così palesemente sconclusionato – inviato da un cardinale al Papa e transitato per la Segreteria di Stato poco più di un mese fa, sia a disposizione dei media. Segno che la pubblicazione delle lettere di monsignor Viganò al Papa e al cardinale Bertone, come pure gli appunti e i «memo» sullo Ior e altri documenti dei quali si è discusso in questi giorni, fa parte di una strategia e s’inserisce in una evidente lotta interna al Vaticano, dagli esiti incerti e comunque devastanti. Una lotta che ha sullo sfondo non soltanto la successione al cardinale Bertone, ma anche il conclave.

Mentre l'arcivescovo di Milano, il Cardinale Scola non ha commentato la notizia, il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, non si è mosso dal suo studio in Curia. Il suo segretario, don Fabrizio Moscato, assicura: «È molto
sereno. Tutto quello che c’è da dire su questa vicenda è scritto nella nota dell'Archidiocesi di Palermo».

La preparazione del comunicato, in cui si definiscono «fuori dalla realtà» le indiscrezioni attribuite all’arcivescovo di Palermo su un complotto contro il Papa, ha modificato l’agenda della segreteria. È stato necessario spostare anche l’udienza da tempo programmata con il vescovo romeno Petru Gherghel.  

fonte: http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/benedeto-xvi-benedict-xvi-benedicto-xvi-12483/