Cavalleria Cristiana

"È autentica Cavalleria Cristiana quella dei Cavalieri Erranti, nel duplice senso di andare ed errare, simili ai saggi e giusti di Dio, i quali si ritirano di tanto in tanto nella fortezza della Tradizione Interiore per dare la scalata alle vette dello Spirito" Primo Siena

domenica 18 dicembre 2016

Santuari, esercito di devoti: centomila sardi in cammino per chiese campestri



La Via dei santuari tracciata dalla associazione "Camminantes" 

È un percorso lungo il quale si spostano ogni anno non meno di centomila fedeli. Una carovana che ripercorre gli stessi itinerari degli avi, chilometri di strada a piedi, a cavallo o in macchina per sciogliere un voto o chiedere una grazia.
San Francesco di Lula è una di queste mete. Come i Martiri di Fonni, San Cosimo di Mamoiada, San Mauro di Sorgono, e San Paolo di Monti da secoli destinazione spirituale degli orunesi.
Mappe, storia e tradizioni messe insieme dall'associazione Camminantes che ha tracciato l'itinerario della Via dei santuari, 350 chilometri da San Salvatore di Cabras fino a San Paolo di Monti.
Una linea rossa che tocca quattordici santuari campestri tra il Sinis, il Montiferru, la Barbagia, la Baronia e la Gallura.

Fonte: 

mercoledì 14 dicembre 2016

Aleppo liberata. Vicario apostolico: “Questo Natale avrà un altro profumo” .

Mons. Abou Khazen, felice per l’ingresso dell’esercito siriano nei quartieri occupati, considera “motivo di speranza” la lettera del Papa ad Assad. Ma accusa: “L’embargo colpisce solo i civili”

 Maloula, Siria. Monastero di Santa Tecla - Wikimedia Commons




“La città di Aleppo finalmente sta per essere completamente liberata e unificata dopo quattro lunghi anni di divisione e di morte seminata da diversi gruppi armati siriani e non”. La testimonianza diretta giunge a ZENIT da mons. Georges Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino.
Mentre lui parla, di sottofondo è nitido il suono dei colpi di mortaio. Stavolta però, rispetto ai mesi scorsi, è un sibilo di speranza, giacché testimonia l’assedio da parte dell’esercito siriano nella parte orientale della città, fino a poche settimane fa una roccaforte dei gruppi cosiddetti “ribelli”.
Durante l’occupazione – racconta mons. Abou Khazen, che ha avuto modo di parlare con persone fuggite dalla parte est di Aleppo – “la vita non era affatto facile, specialmente negli ultimi mesi di combattimenti, perché i ‘ribelli’ impedivano di far arrivare viveri e medicinali, mentre i loro depositi era riforniti”.
Questi gruppi – ribadisce il vicario apostolico – appartengono tutti alla galassia del fondamentalismo islamico e – aggiunge – “imponevano alla popolazione dei precetti e dei modi di vita all’insegna del fanatismo, totalmente estranei alla tradizione del popolo siriano”.
L’Onu riferisce che la situazione umanitaria è “catastrofica”: si registrano difficoltà logistiche per curare i feriti, l’igiene è scarsissima e la gran parte degli edifici è distrutta.
“Ora che la città è quasi interamente in mano all’esercito regolare – spiega tuttavia mons. Abou Khazen – molti profughi stanno tornando e questo è comunque un simbolo di rinascita”. Il vicario apostolico sottolinea che molti cittadini di Aleppo si erano allontanati recentemente, “durante l’ultima operazione dell’esercito per liberare i quartieri est della città”.
Una volta ripreso il controllo di queste zone, è stato necessario “pulire questi quartieri dalle mine, riaprire le strade e far funzionare tutte le altre infrastrutture”. Quasi concluse queste attività, la gente sta tornando indietro, dove spesso al posto della propria casa trova però un luogo spettrale. Presto dovrà avvenire la ricostruzione.
“Il clima che si respira tra la gente è di gioia, ottimismo e speranza”, racconta il vicario apostolico. Il quale però rileva che c’è anche tanta prudenza, perché il popolo siriano ormai è abituato alle “brutte sorprese”.
Prudenza – o forse sano realismo – che traspare anche dalle parole di mons. Abou Khazen. “Purtroppo non sono fiducioso per niente riguardo a un aspetto!”, esclama. E rivolge un’esplicita accusa nei confronti della comunità internazionale: “Tutte le scuse sono buone per lasciare le sanzioni e l’embargo contro la Siria!”.
Ad avviso del rappresentante cattolico, l’embargo sembra riguardare “solo gli aiuti umanitari, il gasolio, i medicinali” e dunque “chi ne paga le conseguenze è la povera gente”. E invece le armi – “ogni genere di armi”, dice – continuano ad entrare nel Paese.
L’8 dicembre scorso, del resto, il Governo Usa ha concesso una deroga alle esportazioni di armi a “forze irregolari, gruppi o individui impegnati nel sostenere o agevolare le operazioni militari degli Stati Uniti per contrastare il terrorismo in Siria”.
Non da Washington, ma dalla Città del Vaticano arrivano concreti segni per un avvenire migliore per il popolo siriano. La lettera inviata da Papa Francesco al presidente Assad “è un altro motivo di speranza per tutti noi, cristiani e non”, commenta mons. Abou Khazen. Che definisce inoltre “un gesto speciale” la nomina a cardinale da parte del Pontefice del nunzio apostolico in Siria, Mario Zenari.
Da qui bisogna ripartire per il futuro della Siria. “Questo Natale – spiega il vicario apostolico – avrà un altro profumo alla luce della liberazione della città, alcune strade saranno adornate per la festa anche se non c’è l’elettricità. Ma come abbiamo fatto lungo questi anni di guerra, cerchiamo di seminare la vera gioia e speranza cristiana nell’animo dei fedeli”.

Fonte: Zenit


lunedì 12 dicembre 2016

Francesco: "Ho la sensazione che resterò Papa per poco"

La confessione in privato del Papa: "Potrei anche sbagliarmi, ma..."




Una sensazione, "un po' vaga", a dare retto al Pontefice, ma pur sempre importante. Perché papa Francesco, parlando con Antonio Spadaro, direttore di Civilità cattolica, dice parole che potrebbero essere un'indicazione su quello che sarà il suo futuro.
 "Io ho la sensazione che il mio pontificato sarà breve, 4, 5 anni", dice il Pontefice. Che aggiunge: "Magari non è così? ma ho come la sensazione che il signore mi ha messo qui per poco tempo. Però è una sensazione, per questo lascio sempre le possibilità aperte".

La confidenza è contenuta in un video che sarà trasmesso domani da Sky, con l'autorizzazione dello stesso erede di Pietro. Un documento realizzato in occasione degli 80 anni del Pontefice.
"A me succede - racconta ancora il Pontefice parlando di se stesso in privato - che quando provo delle emozioni mi chiudo e la cosa si cucina a fuoco lento, no? E poi appare. Io mi difendo molto dalle emozioni perchè... non so...per pudore, pudore machista...non so...".


Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/francesco-ho-sensazione-che-rester-papa-poco-1340924.html 

venerdì 9 dicembre 2016

Il capolinea della libertà e l’inizio della reazione. E non è solo antipolitica





di Costanza Miriano

Hanno una strana idea di libertà, in Francia, dunque. Fare vignette in cui le tre Persone della Trinità hanno rapporti sodomitici è libertà espressiva, anzi è creatività e umorismo, e nessuno deve sentirsi offeso. Dire a una donna che si è pronti ad aiutarla affinché, se se la sente, faccia nascere suo figlio è un reato, punibile col carcere fino a due anni.
L’altro ieri è dunque passato anche al Senato francese, seppur modificato, il testo della legge che metterà il bavaglio a tutti i mezzi di comunicazione, compresi i siti internet, che cercano di salvare qualche donna e qualche bambino dalla carneficina quotidiana. Contro il genocidio censurato e finanziato dallo stato un manipolo di volenterosi oppone, si badi bene, non una azione o una resistenza attiva, ma semplicemente, mitemente, parole, consigli, offerta di aiuto pratico, informazioni. Tutte le donne che conosco, se sono passate attraverso il dolore dell’aborto, dicono di non essersi rese conto di quello che stavano facendo, tutte, dopo, dicono con strazio “magari qualcuno mi avesse fermata”. Ecco, da oggi i prolife francesi non potranno più provarci, a fermarle.
Non potranno più fare nulla: imbavagliati, a meno che non vogliano pagare ventimila euro di multa ed essere arrestati. E sia chiaro che non vanno in giro a giudicare, non minano la libertà sessuale di nessuno, e chi gliela tocca per carità (pare che alle analisi biochimiche l’acqua della Senna sia risultata infestata di ormoni anticoncezionali), non accusano. Semplicemente aprono luoghi di incontro, centri, siti web a cui chi ha bisogno di un aiuto nel momento della decisione possa, spontaneamente, rivolgersi. E così tutta la libertà strappata a qualsiasi controllo, a grandi passi, dall’illuminismo a oggi, passando per il vietato vietare sessantottino, ha fatto il giro, ed è diventata dittatura. Sei libero, ma di pensare quello che dicono loro. La polizia del pensiero oggi è realtà.
Trovo inquietanti tutte le limitazioni della libertà di espressione, e trovo un incubo che le si possa punire col carcere. Il mondo è grande, la rete è enorme, c’è posto per tutte le idee. Uno, semplicemente, non compra Charlie Hebdo. Uno non va su quella pagina irritante. Magari blocca sulla propria il commentatore molesto. Ognuno che lo desideri può avere la sua pagina, e ne faccia ciò che vuole, visto che le leggi sulla diffamazione e sulla tutela dell’immagine già ci sono. Ma per quanto riguarda le idee, per carità, che tutti siano liberi di pensare e di esprimersi come vogliono.
Il fatto è che il mondo senza Verità è terrorizzato da tutto, cerca di costruirne una in laboratorio, che però purtroppo non è reale, che non è vera. E così si censura persino un progressista come Mark Twain perché usa la parola negro, come se nell’800 ce ne potesse essere un’altra per parlare degli schiavi di origine africana. E così si dice diversamente abili, o non udenti, pensando che con le parole sterilizzate il mondo sia un posto meno doloroso. Noi cristiani invece non abbiamo paura delle parole, perché abbiamo un fondamento certo. Non abbiamo paura del male perché sappiamo che il cuore di ogni uomo è capace di male, anzi, da solo non è capace di bene, e non serve rieducarlo con programmi studiati dall’OMS. Il cuore dell’uomo è un mistero, ed è inutile imporgli le parole giuste. Uno solo è buono, sulla terra, ed è Cristo. Per questo noi cristiani siamo gli unici uomini liberi, perché sappiamo che la Verità non è un codice, un protocollo espressivo, un programma scolastico contro i cattivi sentimenti.
La Verità è una persona, Cristo, e ciò che guarisce prima i nostri cuori e poi anche le nostre parole è un incontro con questa persona. Tanto più è vivo e alimentato questo incontro, tanto più è nitida e chiara la nostra percezione della Verità, che è lui. Tanto più siamo saldi nella Verità, tanto più siamo dialoganti, perché,  attaccati al nostro tutto, l’incontro con una qualsiasi creatura limitata non ci turba in nessun modo. Sono gli altri, quelli che stanno nella palude del soggettivismo, dell’individualismo, del trionfo dell’emozione che hanno paura dei punti fermi. Una cristiana, per esempio, può anche sopravvivere al pensiero di avere ucciso suo figlio, può perdonarsi, perché la perdona un altro, può amarsi perché amata da un altro. Può ripartire, a condizione che qualcuno le dica la verità. Ma per una donna che non ha fatto l’incontro, è intollerabile che qualcuno le dica che ha ucciso suo figlio. Meglio rimanere nella bugia (ho esercitato il mio diritto all’autodeterminazione e ora sto serena).
Così in Francia la legge contro la libertà va avanti di fretta. Hollande non si ricandiderà, e il suo partito tenta un’operazione di immagine. Passato il testo il governo, socialista, potrebbe forzare la mano per farlo approvare, e saltare il nuovo passaggio all’Assemblea nazionale: pare voglia farne un uso ideologico nella prossima campagna elettorale, ormai imminente. Chiudendo i siti prolife la gauche au cachemire pensa di riuscire a far credere di essere dalla parte dei diritti. Eppure tutti i difensori dei cosiddetti diritti civili stanno cadendo uno dopo l’altro (Obama/Clinton, Cameron, Hollande, Zapatero, Renzi…).
I raffinati analisti politici parlano solo di antipolitica, di un odio cieco e tutto sommato ignorante. Trovo insopportabile questa spocchia. Non sarà forse che le priorità di questa élite non solo non sono quelle della gente, ma anzi sono contrarie al sentire comune, che non è più certo cristiano, ma che avverte naturalmente che è meglio aiutare i bambini a nascere che a morire? Che è più difficile e politicamente più impegnativo aiutare le vere famiglie, che abbracciare la causa di finti diritti che non costano niente, che riguardano lo zero virgola della popolazione e che soprattutto c’erano già (il diritto di amarsi convivere fare sesso intestarsi case lasciarsi eredità e girare nudi abbracciati a una banana gonfiabile nell’indifferenza generale, visto io a Parigi con i miei occhi?).
Trovo, ancora, insopportabile che anche nelle analisi post referendum in Italia questo sentire della gente naturalmente poco appassionata alle battaglie che vogliono cambiare l’antropologia sia stato trascurato. Una mobilitazione gigantesca di popolo è stata ignorata. Un popolo di famiglie a rischio povertà – quasi tutte famiglie numerose – a cui nessuno ha dato un euro per il viaggio, né la Cei come nel 2007, né i sindacati come in tanti altri casi. Perché nessuno li ha tenuti in considerazione? Neanche una riga sui giornali? Tra i principali errori attribuiti a Renzi, per esempio da Galli della Loggia sul Corriere, nella top five persino l’abitudine di usare slides. Nessuno, credo, tranne Matzuzzi sul Foglio, ha preso in considerazione il fatto che sia stato snobbato il popolo che in due giornate di giugno e gennaio ha invaso Roma. Eppure c’è un popolo che non si beve i diktat del Fondo Monetario e dell’Unione Europea e dell’Oms sull’idea di uomo e di donna che DOBBIAMO avere se vogliamo rimanere nel sistema (in Africa chi vuole prestiti deve accettare i corsi su contraccezione e gender nelle scuole). È vero, a forza di fare corsi a scuola e rieducazione di massa su tutti i mezzi possibili, forse si creerà una nuova mentalità, ma per il momento c’è ancora un sentire comune che avverte la ragionevolezza della famiglia, che avverte con fastidio l’arroganza di una tecnocrazia che vuole dirci cosa dobbiamo pensare. Non per niente le teste di tutti i paladini dei diritti incivili stanno rotolando come birilli, una dopo l’altra, ed è troppo comodo dare tutta la colpa all’antipolitica.
E’ vero, il voto cattolico non è più compatto. E’ vero,  Civiltà Cattolica aveva invitato a votare sì, mentre Bagnasco si era raccomandato di informarsi bene senza prendere posizione; è vero, di gente che dorme con l’Humanae Vitae sul comodino non ce n’è tantissima, ma non si può dimenticare che le due piazze più piene degli ultimi anni erano piene di famiglie che sperimentano ogni giorno la ragionevolezza e la convenienza della proposta cristiana. Prendere in giro loro, trasformando la prepotenza di una elite che vuole ridefinire l’idea di uomo e donna in una eroica battaglia per i diritti civili non sarà facilissimo, far credere che la battaglia di Elton John e degli altri che comprano i figli sia come quella dei neri che marciarono su Washington sarà impossibile.

Fonte: https://costanzamiriano.com/2016/12/09/il-capolinea-della-liberta-e-linizio-della-reazione-e-non-e-solo-antipolitica/