Cavalleria Cristiana

"È autentica Cavalleria Cristiana quella dei Cavalieri Erranti, nel duplice senso di andare ed errare, simili ai saggi e giusti di Dio, i quali si ritirano di tanto in tanto nella fortezza della Tradizione Interiore per dare la scalata alle vette dello Spirito" Primo Siena

martedì 25 marzo 2014

Il più grande rivoluzionario della storia contemporanea


di Francesco Boezi

La televisione, i media cosiddetti, hanno già dimenticato. Si interessano solo di cosa faccia ora il Papa emerito nelle sue stanze private, chi lo visiti, cosa mangi, se sia più o meno prossimo alla morte.  A nessuno importa più nulla della sua parola. Quella forza del passato ,Joseph Ratzinger , ha smesso di parlare e così tutti hanno smesso di interrogarsi sul significato delle sue parole. La modernità non ha tempo per un uomo che sta in silenzio.  Il tempio è ormai sacro perchè qualcuno dica qualcosa da poter spendere nel  tg delle 20,00, non perchè non sia in vendita.  Joseph Ratzinger  è considerato solo un’ombra di un’esistenza più antica, passata, superata. Un intellettuale inginocchiato a pregare non fa notizia. Viene conservata l’immagine a mò di reduce solo nei retrobottega delle edicole a cui è avanzato qualche calendario vaticano.
Ma Benedetto XVI  non ha adorato le ceneri per mantenere viva  la tradizione, egli ha conservato il fuoco.  In un mondo in cui anche le parole “padre” e  “ madre “ vengono virtualizzate e scarnificate dalla loro accezione tradizionale, la scelta solitaria di Benedetto XVI è stato il gesto più rivoluzionario della nostra storia recente.  E non possiamo dimenticarcene.  In questo “ Inverno dell’umanità” nel quale ci troviamo a vivere, rileggere i suoi libri, le sue encicliche, le sue riflessioni, rappresenterà sempre uno scudo per difendersi da chi con una buona dose di violenza, un’ideologia totalizzante e un po’ di rabbia sociale continua secolarmente nel tentativo di destrutturare la civiltà a colpi di laicismo e relativismo.  Nemici acclarati dell’uomo.  Ratzinger voleva che le persone prima di andare a dormire facessero l’esame di coscienza, così come ci hanno insegnato le nostre nonne. Agiva completamente fuori dalla storia, evidentemente. Nessuno fa più l’esame di coscienza, nessuno ringrazia più Dio per nulla.
Anzi, l’umanità sembra esser sempre più stanca di un Dio esclusivamente pensato e come avrebbe potuto non stancarsi di un uomo che non faceva altro che pensare a Dio?  Ma la ricerca dell’assoluto non avrà mai fine perchè il concetto di Dio è l’unico che sfugge alla ciclicità mortale del creato e così, proprio come Benedetto sostiene in “ Al cuore della fede”, la domanda sulla propria esistenza implica sempre un’altra domanda sulla presenza o meno di un’origine. Postulare che Dio non esiste significa, comunque ed infatti, essersi chiesti se  Dio esista o meno. La presenza ontologicamente obbligatoria di questa domanda dovrebbe farci riflettere tutti.  Quello che muove i cittadini della modernità pare essere,invece, una fame di riconoscimento affettivo che Benedetto XVI non sempre ha potuto soddisfare.  Non aveva e non ha un’immagine rassicurante da profeta del buonismo mediatico. 
Non apprezzava e non apprezza la musica rock e probabilmente non gli piacciono neppure le televisioni e le strade asfaltate.  Vive in un proprio personalissimo Medioevo fatto di libri, di Mozart, di gatti da biblioteca e di preghiere. E da quel che si è capito lui il Papa manco voleva farlo.  Da l’idea di un uomo che ha vissuto un mistero pietrino tanto intenso quanto sofferto, desideroso solo di commuoversi per le meraviglie del Signore rinunciando il più possibile a se stesso . Inadatto per la frenesia liquida di un sistema terrestre basato sui mobili Ikea, i voli low cost  , gli ebook, gli smartphone, le videoconferenze, i  fast food e così via. Resta scolpita nella memoria storica del Cristianesimo la sequenza di immagini mostrateci mentre Ratzinger esordiva su Twitter, contornato da schiere di Cardinali mediatici che tentavano di spiegargli il meccanismo del tutto. Il primo cinguettio, il primo click. Secondo noi non gliene importava proprio niente di cinguettare, al massimo avrà obbedito a qualcuno che gli ha suggerito la necessità di farlo. Da quel giorno i soliti benpensanti si sono divertiti ad insultarlo a più non posso, avendo ora tramite il social network il mezzo diretto per farlo.
Insulti che si sono sommati ad anni di infamità verso Benedetto, dipinto come un nazista, un pedofilo, un omofobo, persino una drag queen. Sì, avete letto bene. Il pensiero debole ha sempre fretta di etichettare col marchio di negativo chiunque provi a fuggire la logica dominante del “Dio è morto, ora tutto è permesso. “  Ma non esiste essere meno libero di una piuma al vento, questo Ratzinger ce l’ha spiegato bene e sta a noi cercare di comprendere, facendo un immenso sforzo intellettuale, il pensiero di chi ha provato a definire la razionalità come quell’ambito in cui la verità viene rappresentata dall’amore e l’amore tende a rappresentarsi come ragione vera.  Abbiamo vissuto un’epoca straordinaria e forse ci sono stati concessi l’onore e l’onere di poter ascoltare dal vivo uno dei più grandi intellettuali della storia dell’Occidente.
Ci piace immaginare che in un tempo non troppo lontano dal nostro, una decina di arditi si radunerà attorno ad un fuoco vivo e mentre tutta la società sarà ormai ampliamente secolarizzata e dissacrata fino al midollo, questo gruppetto che verrà  etichettato come un composto di nazisti, pedofili, omofobi e drag queen trovi il coraggio per guardarsi negli occhi commossi  e ritrovare se stessi e il significato della propria esistenza  nelle pagine di “ Caritas in Veritate” o di “ Deus Caritas est” .Affinchè la storia della spiritualità occidentale continui, sulle gambe di altri , servirà che Joseph Ratzinger non venga dimenticato: il più grande rivoluzionario della storia contemporanea.

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