Cavalleria Cristiana

"È autentica Cavalleria Cristiana quella dei Cavalieri Erranti, nel duplice senso di andare ed errare, simili ai saggi e giusti di Dio, i quali si ritirano di tanto in tanto nella fortezza della Tradizione Interiore per dare la scalata alle vette dello Spirito" Primo Siena

domenica 4 dicembre 2011

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI -"DAL CIELO IN TERRA - AVVENTO E NATALE NELLE PREALPI BAVARESI"

[I]
Da noi, come è stato detto, l’Avvento è chiamato “tempo silenzioso” – “staade Zeit”. La natura fa una pausa; la terra è coperta dalla neve; non si può lavorare, nel mondo contadino, all’esterno; tutti sono necessariamente a casa. Il silenzio della casa diventa, per la fede, attesa del Signore, gioia della sua presenza. E così sono nate tutte queste melodie, tutte queste tradizioni che rendono un po’ – come è stato detto anche oggi – “il cielo presente sulla terra”. Tempo silenzioso, tempo di silenzio. Oggi l’Avvento è spesso proprio il contrario: tempo di una sfrenata attività, si compra, si vende, preparativi di Natale, dei grandi pranzi, eccetera. Così, anche da noi. Ma, come avete visto, le tradizioni popolari della fede non sono sparite, anzi, sono state rinnovate, approfondite, aggiornate. E così creano isole per l’anima, isole del silenzio, isole della fede, isole per il Signore, nel nostro tempo, e questo mi sembra molto importante. E dobbiamo dire grazie a tutti coloro che lo fanno: lo fanno nelle famiglie, nelle chiese, con gruppi più o meno professionali, ma tutti fanno lo stesso: rendere presente la realtà della fede nelle nostre case, nel nostro tempo. E speriamo che anche in futuro questa forza della fede, la sua visibilità, rimanga ed aiuti ad andare avanti, come vuole l’Avvento, verso il Signore.



[D]
Bei uns nennt man den Advent, wie bereits gesagt, die „Zeit der Stille“ – die “staade Zeit”. Die Natur hält inne; die Erde ist mit Schnee bedeckt; die Landwirte können draußen nicht mehr arbeiten; alle sind notwendigerweise zu Hause. Die häusliche Stille wird durch den Glauben zum Warten auf den Herrn, zur Freude über seine Gegenwart. Und so entstanden all diese Melodien, all diese Traditionen, die ein wenig – so wurde es auch eben gesagt – „den Himmel auf die Erde“ bringen. Die stille Zeit, die Zeit der Stille. Heute ist der Advent häufig gerade das Gegenteil: Zeit einer entfesselten Aktivität, man kauft, man verkauft, Vorbereitungen für Weihnachten, große Essen u.s.w. So ist es auch bei uns. Aber, wie ihr gesehen habt, sind die volkstümlichen Traditionen des Glaubens nicht verschwunden, vielmehr sind sie erneuert, vertieft, ins Heute geholt. Und so schaffen sie Inseln für die Seele, Inseln des Schweigens, Inseln des Glaubens, Inseln für den Herrn, in unserer Zeit, und das scheint mir sehr wichtig. Und wir müssen allen danken, die das tun: in den Familien, in den Kirchen, in den mehr oder weniger professionellen Gruppen; aber alle machen das gleiche: die Wirklichkeit des Glaubens in unseren Häusern, in unserer Zeit gegenwärtig machen. Und wir hoffen, daß auch in Zukunft diese Kraft des Glaubens, seine Sichtbarkeit bleibt und hilft, weiterzugehen, dem Herrn entgegen, wie es der Advent vorsieht.

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