di padre Angelo del Favero*
ROMA, giovedì, 24 maggio 2012 (ZENIT.org).- At 2,1-11
ROMA, giovedì, 24 maggio 2012 (ZENIT.org).- At 2,1-11
“Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste,
si trovavano tutti assieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal
cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì
tutta la casa dove stavano.(…)..e tutti furono colmati di Spirito Santo e
cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava
loro il potere di esprimersi”.
Gal 5,16-25
“Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne.(…)
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue
passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo
anche secondo lo Spirito”.
Gv 15,26-27; 16,12-15
“Quando verrà il Paraclito, che io vi manderò dal Padre, lo
Spirito della verità, che procede dal Padre, egli darà testimonianza di
me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal
principio. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta
la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà
udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché
prenderà del mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è
mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo
annuncerà”.
“Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste,...”
(At 2,1s): con questa precisazione, Luca non si riferisce solamente
alla fine del giorno della Pentecoste ebraica (celebrata 50 giorni dopo
Pasqua), e lo sconvolgimento fisico che descrive non deve far pensare
alla forza di un improvviso fatto naturale.
Non si tratta di un terremoto, ma di un “cuoremoto”, il cui doppio
epicentro va ricercato in alto nel Cielo e, nello stesso tempo, in basso
sulla terra, nel cuore dei discepoli. E’ in loro infatti che avviene un
vero e proprio sisma interiore, la cui intensità è intuibile da questi
effetti clamorosi: “..e tutti furono colmati di Spirito Santo e
cominciarono a parlare in altre lingue,..Erano stupiti e fuori di sé per
la meraviglia,..” (At 2,4.7).
Si adempie così la promessa pasquale di Gesù: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità.. prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.” (Gv 16,13-14).
A differenza di Luca, per l’evangelista Giovanni la venuta dello
Spirito accade mentre stava compiendosi il giorno stesso della
Risurrezione di Gesù: “La sera di quel giorno, il primo della settimana,..venne Gesù,..soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo.” (Gv 20,19.22).
E’ evidente in entrambi che l’incontro con il Risorto, ormai
sottratto ai limiti del tempo e dello spazio, può accadere solo per
mezzo del suo Spirito Santo.
Torniamo nel Cenacolo: qual’è il compito che attende gli apostoli,
radunati con Maria nel giorno della nascita della Chiesa? (cfr Lumen Gentium, 59).
Essi devono testimoniare“che Gesù non è rimasto nel sepolcro, ma che è vivo. La loro testimonianza concreta si traduce essenzialmente in una missione: devono annunciare al mondo che Gesù è il Vivente – la Vita stessa” (Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, II, Prospettive).
Il discepolo che Gesù amava, infatti, scrive: “E la testimonianza è questa: Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita” (1Gv 5,11-12).
Il “giorno della Pentecoste” è dunque il “giorno della Vita”.
Da allora, com’è vero che un bambino che nasce non se ne va più, e
rimane a portare la gioia della sua venuta, ed egli cambia tutta la casa
dov’è nato, così lo Spirito Santo che viene e fa nascere la Chiesa,
inaugura in Lei la permanente e vivificante presenza del suo Capo
risorto.
Tutto ciò è verissimo: “Ma come si realizza questo? Dove lo
troviamo? Lui, il Risorto, l’“Innalzato alla destra di Dio” (At 2,33)
non è forse, di conseguenza, del tutto assente? O è invece in qualche
modo raggiungibile? Possiamo noi inoltrarci fino “alla destra del
Padre”? Esiste, tuttavia, nell’assenza anche una reale presenza? Non
viene forse a noi solo in un ultimo giorno non noto? Può venire anche
oggi?” (Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, II, Prospettive).
Il Papa risponde così:
“Gesù.. non è “andato via”, ma, in virtù dello stesso potere di
Dio, è ora sempre presente accanto a noi e per noi: “Vado e vengo a voi”
(Gv 14,28). Qui è meravigliosamente sintetizzata la peculiarità
dell’“andare via” di Gesù, che al contempo è il suo “ venire”. Il suo
andarsene è proprio così un venire, un nuovo modo di vicinanza, di
presenza permanente con la quale anche Giovanni connette la gioia dei
discepoli dopo l’ascensione” (id.).
Semplicemente meraviglioso! Ma noi, cosa dobbiamo non fare affinché il ‘cuoremoto’ dello Spirito possa sconvolgere e trasformare realmente la nostra vita?
Ecco, Paolo oggi ci avverte: “La carne ha desideri contrari allo
Spirito.. sicché voi non fate quello che vorreste: fornicazione,
impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia,
gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose
del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne” (Gal 5,16-25).
Paolo non si riferisce solo alla situazione morale dei Galati, ma anche a quella della nostra attuale società: “..e cose del genere”.
L’elenco da fare oggi è simile al suo, poiché le attuali “cose del genere” appartengono tutte al medesimo “desiderio della carne”:
l’ideologia della libera scelta del “genere”, i comportamenti
omosessuali e transessuali, l’erotismo nei media e nella moda, la
“dissolubilità” del matrimonio, le convivenze, la gratificazione fine a
se stessa, il culto dell’io, la contraccezione, l’aborto, la
fecondazione artificiale, l’eugenetica, la ricerca amorale, lo
scientismo, l’eutanasia.
Sono tutte cose incompatibili con la vita del Regno di Dio dentro di noi, cose in grado solo di generare violenza, peccato e morte.
Il “regno di Dio” è Gesù, ilVivente, laVitastessa, è l’Amore divino effuso da Lui nei nostri cuori “mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5).
Lo Spirito ci è stato dato come una Via da percorrere nella verità e nella libertà, camminando appunto “secondo lo Spirito”, al passo dello Spirito, cioè docilmente, pregando e amando, come ci insegna ancora la sapienza di Benedetto:
“Noi non potremmo pregare se non fosse iscritto nella profondità
del nostro cuore il desiderio di Dio, l’essere figli di Dio. Da quando
esiste, l’homo sapiens è sempre in ricerca di Dio, cerca di
parlare con Dio, perché Dio ha scritto Se stesso nei nostri cuori.
Quindi la prima iniziativa viene da Dio, e, con il Battesimo, di nuovo
Dio agisce in noi, lo Spirito Santo agisce in noi; è il primo iniziatore
della preghiera perché possiamo poi realmente parlare con Dio e dire
“Abbà” a Dio.” (Catechesi durante l’Udienza Generale, mercoledì 23 maggio 2012).
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* Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato
uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento.
E' diventato carmelitano nel 1987. E' stato ordinato sacerdote nel 1991
ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a
Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento
Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.
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