Cavalleria Cristiana

"È autentica Cavalleria Cristiana quella dei Cavalieri Erranti, nel duplice senso di andare ed errare, simili ai saggi e giusti di Dio, i quali si ritirano di tanto in tanto nella fortezza della Tradizione Interiore per dare la scalata alle vette dello Spirito" Primo Siena

domenica 16 febbraio 2014

La Chiesa, l’Onu e l’Europa. di F.M. Agnoli


Il lungo libello emesso  mercoledì 5 febbraio a Ginevra dal Comitato delle Nazioni Unite per i diritti del fanciullo è stato giustamente definito una vera e propria dichiarazione di guerra dell’ONU alla Chiesa cattolica. Come in tutte le dichiarazioni di guerra,  l’attaccante  prende spunto da un pretesto che ritiene possa conferirgli un vantaggio tattico o anche soltanto morale sull’avversario.  Nel 1914 per la Grande Guerra fu l’assassinio dell’arciduca  Ferdinando a Sarajevo, oggi per l’ONU, che, difatti,  manda avanti il  suo Comitato per i Diritti del fanciullo, a pretesto vengono presi i casi di pedofilia che  hanno coinvolto molti preti cattolici. Indubbiamente una delle pagine  più tristi della Chiesa, anzitutto per il tradimento di troppi suoi chierici, ma anche per la sottovalutazione  del fenomeno e una troppo prolungata politica del “chetare e sopire” nel tentativo di evitare lo scandalo.
Il Comitato ONU ha, quindi, scelto un effettivo punto debole, un autentico rimorso, una pagina dolorosa della storia  della Chiesa, in grado di  giustificare critiche e rinfocolare avversioni, ma unicamente per strumentalizzarli a fini che nulla hanno a che vedere con i diritti dei bambini e la loro protezione e, di conseguenza, con i suoi compiti istituzionali. Difatti il comunicato  ginevrino sa di vecchio, si riferisce  alla situazione di qualche anno fa senza tenere alcun conto dei provvedimenti presi e delle regole stabilite  da Benedetto XVI (Papa Francesco ha proseguito sulla stessa strada), che fanno oggi della Chiesa cattolica probabilmente l’istituzione con le regole più severe, cogenti  e trasparenti in tema di pedofilia.
La realtà è che, come sempre quando si dichiara guerra, il pretesto è soltanto un pretesto, che serve a nascondere  alla meno peggio  le vere cause e i veri fini perseguiti.  In genere nelle guerre combattute  con gli eserciti, le bombe, le trincee ciò che davvero si vuole viene pienamente alla luce solo a conflitto concluso, quando i vincitori intendono portare a casa il risultato. Adesso  le guerre si combattono con altri strumenti e i campi di battaglia sono quelli dei mass-media,  del martellamento  pubblicitario, dei convegni, delle tavole rotonde, delle dichiarazioni dei politici, dei maitres à penser e dei pretesi rappresentanti della società civile.. Di conseguenza, la vera materia del contendere va dichiarata, per quanto la si abbellisca e camuffi,  fin dal principio. Magari  nell’ultimo capoverso della dichiarazione di guerra o in una noticina  a piè di pagina, ma va dichiarata.
Non è azzardato pensare  che, quanto meno in questa circostanza,  dei diritti del fanciullo al Comitato dell’ONU, che pure solo di questo è autorizzato a interessarsi, gliene importi poco o nulla e molto invece dell’aborto (incredibilmente fra i diritti del fanciullo negati dalla Chiesa cattolica vi sarebbe quello di venire abortito!), della contraccezione e dell’omosessualità.
Resta da chiedersi perché l?ONU abbia scelto proprio questo momento per attaccare la Chiesa cattolica con tanta feroce determinazione. Non è azzardato credere che dietro l’intervento del Comitato si trovi il fronte  delle lobby malthusiane (femministe, abortiste, omosessualiste), che, per strade diverse, ma convergenti, mirano alla riduzione della popolazione mondiale. Queste lobby, da sempre influentissime   a Ginevra come a New York   hanno cominciato ad  avvertire  la crescente, sempre più forte  e forse inaspettata opposizione dei popoli ai loro progetti. Preoccupate dalle avvisaglie di possibili, future sconfitte (la sospensione del varo del nuovo diritto di famiglia  in Francia, il progetto di una nuova legge sull’aborto in Spagna), hanno individuato nella Chiesa  cattolica l’elemento catalizzatore della resistenza in Europa e in Occidente. Di conseguenza, contando su quel po’ di autorevolezza  che ancora le rimane, hanno deciso di far scendere in campo l’ONU in prima persona.
Francesco Mario Agnoli

FONTE: http://www.identitaeuropea.it/?p=2227

martedì 4 febbraio 2014

Catechesi di Papa Francesco sullo Spirito Santo
Udienza Generale Piazza San Pietro Mercoledì, 15 maggio 2013

Cari fratelli e sorelle buongiorno!
oggi vorrei soffermarmi sull’azione che lo Spirito Santo compie nel guidare la Chiesa e ciascuno di noi alla Verità. Gesù stesso dice ai discepoli: lo Spirito Santo «vi guiderà a tutta la verità» (Gv 16,13), essendo Egli stesso «lo Spirito di Verità» (cfr Gv 14,17; 15,26; 16,13).
Viviamo in un’epoca in cui si è piuttosto scettici nei confronti della verità. Benedetto XVI ha parlato molte volte di relativismo, della tendenza cioè a ritenere che non ci sia nulla di definitivo e a pensare che la verità venga data dal consenso o da quello che noi vogliamo. Sorge la domanda: esiste veramente “la” verità? Che cos’è “la” verità? Possiamo conoscerla? Possiamo trovarla? Qui mi viene in mente la domanda del Procuratore romano Ponzio Pilato quando Gesù gli rivela il senso profondo della sua missione: «Che cos’è la verità?» (Gv 18,37.38). Pilato non riesce a capire che “la” Verità è davanti a lui, non riesce a vedere in Gesù il volto della verità, che è il volto di Dio. Eppure, Gesù è proprio questo: la Verità, che, nella pienezza dei tempi, «si è fatta carne» (Gv 1,1.14), è venuta in mezzo a noi perché noi la conoscessimo. La verità non si afferra come una cosa, la verità si incontra. Non è un possesso, è un incontro con una Persona.
Ma chi ci fa riconoscere che Gesù è “la” Parola di verità, il Figlio unigenito di Dio Padre? San Paolo insegna che «nessuno può dire: “Gesù è Signore!” se non sotto l’azione dello Spirito Santo» (1Cor 12,3). E’ proprio lo Spirito Santo, il dono di Cristo Risorto, che ci fa riconoscere la Verità. Gesù lo definisce il “Paraclito”, cioè “colui che ci viene in aiuto”, che è al nostro fianco per sostenerci in questo cammino di conoscenza; e, durante l’Ultima Cena, Gesù assicura ai discepoli che lo Spirito Santo insegnerà ogni cosa, ricordando loro le sue parole (cfr Gv 14,26).
Qual è allora l’azione dello Spirito Santo nella nostra vita e nella vita della Chiesa per guidarci alla verità? Anzitutto, ricorda e imprime nei cuori dei credenti le parole che Gesù ha detto, e, proprio attraverso tali parole, la legge di Dio – come avevano annunciato i profeti dell’Antico Testamento – viene inscritta nel nostro cuore e diventa in noi principio di valutazione nelle scelte e di guida nelle azioni quotidiane, diventa principio di vita. Si realizza la grande profezia di Ezechiele: «vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli, vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo… Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme» (36,25-27). Infatti, è dall’intimo di noi stessi che nascono le nostre azioni: è proprio il cuore che deve convertirsi a Dio, e lo Spirito Santo lo trasforma se noi ci apriamo a Lui.
Lo Spirito Santo, poi, come promette Gesù, ci guida «a tutta la verità» (Gv 16,13); ci guida non solo all’incontro con Gesù, pienezza della Verità, ma ci guida anche “dentro” la Verità, ci fa entrare cioè in una comunione sempre più profonda con Gesù, donandoci l’intelligenza delle cose di Dio. E questa non la possiamo raggiungere con le nostre forze. Se Dio non ci illumina interiormente, il nostro essere cristiani sarà superficiale. La Tradizione della Chiesa afferma che lo Spirito di verità agisce nel nostro cuore suscitando quel “senso della fede” (sensus fidei) attraverso il quale, come afferma il Concilio Vaticano II, il Popolo di Dio, sotto la guida del Magistero, aderisce indefettibilmente alla fede trasmessa, la approfondisce con retto giudizio e la applica più pienamente nella vita (cfr Cost. dogm. Lumen gentium, 12). Proviamo a chiederci: sono aperto all’azione dello Spirito Santo, lo prego perché mi dia luce, mi renda più sensibile alle cose di Dio? Questa è una preghiera che dobbiamo fare tutti i giorni: «Spirito Santo fa’ che il mio cuore sia aperto alla Parola di Dio, che il mio cuore sia aperto al bene, che il mio cuore sia aperto alla bellezza di Dio tutti i giorni». Vorrei fare una domanda a tutti: quanti di voi pregano ogni giorno lo Spirito Santo? Saranno pochi, ma noi dobbiamo soddisfare questo desiderio di Gesù e pregare tutti i giorni lo Spirito Santo, perché ci apra il cuore verso Gesù.
Pensiamo a Maria che «serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19.51). L’accoglienza delle parole e delle verità della fede perché diventino vita, si realizza e cresce sotto l’azione dello Spirito Santo. In questo senso occorre imparare da Maria, rivivere il suo “sì”, la sua disponibilità totale a ricevere il Figlio di Dio nella sua vita, che da quel momento è trasformata. Attraverso lo Spirito Santo, il Padre e il Figlio prendono dimora presso di noi: noi viviamo in Dio e di Dio. Ma la nostra vita è veramente animata da Dio? Quante cose metto prima di Dio?
Cari fratelli e sorelle, abbiamo bisogno di lasciarci inondare dalla luce dello Spirito Santo, perché Egli ci introduca nella Verità di Dio, che è l’unico Signore della nostra vita. In quest’Anno della fede chiediamoci se concretamente abbiamo fatto qualche passo per conoscere di più Cristo e le verità della fede, leggendo e meditando la Sacra Scrittura, studiando il Catechismo, accostandosi con costanza ai Sacramenti. Ma chiediamoci contemporaneamente quali passi stiamo facendo perché la fede orienti tutta la nostra esistenza. Non si è cristiani “a tempo”, soltanto in alcuni momenti, in alcune circostanze, in alcune scelte. Non si può essere cristiani così, si è cristiani in ogni momento! Totalmente! La verità di Cristo, che lo Spirito Santo ci insegna e ci dona, interessa per sempre e totalmente la nostra vita quotidiana. Invochiamolo più spesso, perché ci guidi sulla strada dei discepoli di Cristo. Invochiamolo tutti i giorni. Vi faccio questa proposta: invochiamo tutti i giorni lo Spirito Santo, così lo Spirito Santo ci avvicinerà a Gesù Cristo.